Vivo a Porta Pesa. Luogo di antifascisti. Di Sarah Bistocchi
Vivo a Porta Pesa. Luogo di antifascisti, come giustamente ha ricordato Sandro Allegrini.
A due passi da casa mia, due passi per dire due, c’è la scuola Ciabatti. Adesso porta il nome di un partigiano, ma quella scuola, inizialmente, si chiamava Littorio. Edificata in epoca fascista, nello stile del razionalismo architettonico dell’epoca.
Non era tutto male, non era tutto sbagliato. Quella scuola, la scuola Littorio, fu un esempio di istituto modello: aule ampie e luminose, facile accessibilità, giardino annesso. E però, dopo la caduta del regime, non poteva di certo mantenere quel nome, nè poteva contenere, come invece era in origine, moltissimi fasci, sia all’interno che all’esterno.
E infatti, dopo il fascismo, molte cose cambiarono. La scuola è ancora lì, dopo quasi cent’anni ancora funzionante, tanto che adesso ha bisogno di interventi urgenti di riqualificazione già programmati, necessari visti i quasi 100 anni di attività e utilizzo.
Ma alcune cose sono cambiate. La scuola Littorio è diventata scuola Primo Ciabatti, dal nome del partigiano umbro fucilato dai nazifascisti a 24 anni. E anche i fasci littori, dentro e fuori la scuola, non ci sono più. Uno, di grandi dimensioni, in marmo bianco, stava proprio qui. In una delle cornici con finestre chiuse. Non a caso, ora vuota.
Nessuno ha pensato di distruggere una scuola, all’epoca peraltro davvero prototipo di eccellenza e alla avanguardia, solo perché era una scuola fascista. Ma nessuno ha mai pensato di mantenere i fasci littori lì accumulati, né di tenerne quel nome. Un nome, che è un simbolo. Il fascio littorio non è un paesaggio, non è un quadro. È il simbolo del partito nazionale fascista e di quel regime chi ha piagato così tanto il nostro paese, tale da farne diventare la sua propaganda fuori legge. La legge Scelba infatti, nel 1952, introduce il reato di apologia del fascismo.
Io questo so. E in questo credo.
L’antifascismo è un principio, è un fondamento della nostra Costituzione e della nostra Repubblica, e sì è anche tradotto in legge. E dei fasci sconosciuti ad opera di sconosciuti, restaurati e perfino con soldi pubblici, all’interno del Mercato coperto, a me non interessa. Non possono stare lì, e ha sbagliato chi lo ha permesso.
Io questo so. E in questo credo.
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