“Ritengo profondamente ingiusto e sbagliato l’attacco mosso dalla Cisl e dal suo segretario Bonanni alla Regione Umbria ed alla presidente della Giunta Regionale Catiuscia Marini”, afferma l’assessore regionale Stefano Vinti.

“Se da un lato è innegabile che l’Umbria stia affrontando una fase particolarmente difficile della sua storia (ci dica la Cisl quale altra regione italiana fa eccezione..), è altrettanto vero che siamo diventati i terminali di scelte politiche sbagliate che da Berlusconi a Monti hanno caratterizzato l’azione dei governi nazionali.

Purtroppo sono proprio le ricette che la Cisl oggi propone ad aver determinato un impoverimento generale delle classi sociali più deboli: in nome di un’austerità voluta dalle banche e dalla grande finanza europea, invece che sottrarre chi ha meno dagli effetti devastanti della crisi economica , quelle scelte hanno aggravato le condizioni di vita materiali e sociali dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani senza apportare alcunché all’esigenza di rilancio del sistema produttivo e delle imprese italiane”.

“Stupisce, quindi, continua Vinti, che chi non ha sollevato alcuna obiezione sull’adesione al fiscal compact, sull’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, sullo stravolgimento dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, solo per fare alcuni esempi, si scagli in maniera scomposta contro chi, quelle scelte, le subisce ed è chiamato a ridurne i danni.

Se tutta la politica è chiamata ad una profonda riflessione per contrastare le lacerazioni che la crisi economica e le scelte dei governi Berlusconi – Monti hanno determinato nel tessuto sociale e produttivo del Paese, i sindacati non sono certamente immuni alle istanze di cambiamento che la società chiede a tutti gli attori politici e sociali.

Gettare sempre e comunque la colpa sugli altri, senza interrogarsi sulla effettiva opportunità di scelte fatte in passato a tutti i livelli, conclude Vinti, rischia di essere poco utile ad un dibattito sul futuro della nostra Regione che meriterebbe, invece, ben altri approcci e meno strumentalizzazioni”.

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