PERUGIA - Come settimo settore dell'agroalimentare, pari al 6 per cento del comparto, il vino sta assumendo un ruolo economico e produttivo sempre piu' importante nell'agricoltura umbra. In un momento difficile, caratterizzato da una forte volonta' di rilancio del settore, i numeri ci sono, la qualita' anche, e su questa base si aprono ampi spazi di miglioramento, sia per un aumento di valore della produzione, sia per quanto riguarda le prospettive di commercializzazione del prodotto sui mercati internazionali, soprattutto in quelli emergenti.

L'occasione per fare il punto sullo stato dell'arte del comparto e' stata colta dall'assessore all'agricoltura della Regione Umbria - e' detto in un comunicato dell'ente - partecipando, presso il padiglione dell'Umbria al ''Vinitaly'' 2011 di Verona, alla presentazione del volume ''OliVino'' di Matteo Grandi, una raccolta di itinerari enoturistici in Umbria, dove il vino e l'olio sono l'occasione non soltanto per visitare cantine e frantoi, ma per accedere da turisti alle meraviglie paesaggistiche, storico-artistiche e dell'artigianato della regione. Al dibattito hanno preso parte Avelio Burini, presidente regionale delle ''Strade del Vino e dell'Olio'' e Sara Goretti, vicepresidente del ''Movimento del Turismo del Vino'', un comparto - e' stato sottolineato - di grande interesse, che rappresenta il 17 per cento dei flussi turistici complessivi.

L'Umbria - secondo i dati relativi al 2009, contenuti in un report illustrato dall'assessore regionale all'agricoltura - produce circa 987 mila ettolitri, per un valore pari a 33 milioni di euro, dei quali il 47 per cento e' rappresentato da vini bianchi, il 53 per cento da vini rossi e rosati. E' una produzione in forte ripresa (+17 per cento, di cui +19 per cento a Perugia, + 13 per cento a Terni) rispetto ai dati del 2008. La superficie ''Doc-Docg'' (che conta due ''Denominazioni di origine controllata e garantita'' e 11 ''Denominazioni di origine controllata'') ammonta a 8 mila ettari, per un totale di 3.300 aziende.

E pur esistendo la possibilita' di rivendicare per zone piu' vaste le produzioni Doc-Docg (comunque aumentate, nell'ultimo anno preso in esame, del 16 per cento), in Umbria si preferisce ''declassarle'' ad ''Igt'' (Indicazione geografica tipica, una classificazione che ha fatto registrare un balzo in avanti del 25 per cento in un anno, fino ad assommare al 40 per cento dell'intera produzione umbra), o addirittura a venderle come vino comune. Si aprono quindi - sostiene il report - notevoli spazi per un aumento del valore della produzione dell'Umbria, attraverso il sostegno di adeguate strategie di ''marketing''.

Cosi' come per l'aumento del valore della produzione - sottolinea il report presentato dall'assessore all'agricoltura - prospettive notevoli si aprono anche per la diffusione dei vini dell'Umbria nei mercati internazionali, dove il vino e' sinonimo di ''consumo affluente'' e di ''qualita' della vita'', in paesi come gli Stati Uniti, la Germania, la Gran Bretagna, il Canada, la Svizzera, ma soprattutto in quei paesi dalle economie ormai ben piu' che emergenti, che vanno sotto la sigla ''Bric'': Brasile, India, Russia e Cina. Dopo aver partecipato alla cerimonia d'inaugurazione di Vinitaly 2011 con i ministri Romano e Galan e gli assessori regionali all'agricoltura, l'assessore regionale ha compiuto una lunga visita presso lo stand dell'Umbria (allestito dalla cooperativa ''Umbria Top'') e presso gli spazi espositivi delle Cantine Caprai, Lungarotti, Goretti ed altri. ''E' sempre positivo - ha detto - rendersi conto direttamente dei problemi dalla viva voce dei produttori''.

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