Si è svolto ieri a Villa Umbra il seminario conclusivo di  H2power. Al centro dell’ attenzione, il minibus alimentato con una miscela ad idrogeno e metano, frutto di un progetto europeo Life plus, di cui è capofila il Comune di Perugia, e realizzato in sinergia con Umbria Mobilità, Egenera, I&TC e Tamat. I risultati confermano  come le prospettive siano di grande valore scientifico, sociale ed economico.

La conferenza è stata l’occasione per affrontare le questioni legate alla  ricerca sull’idrometano. Vi hanno partecipato, tra gli altri, Vincenzo Cazzola, consulente Start Emilia Romagna per il progetto “Mhybus”, e Fabrizio Giamminuti e Livio De Santoli,  a capo delle sperimentazioni in corso presso La Sapienza di Roma.

“L’elemento principale di questo progetto  -  ha detto l’assessore alla Mobilità del Comune, Roberto Ciccone –  consiste nella ricerca non fine a se stessa, ma applicata alla pratica quotidiana, creando le condizioni per una ricaduta reale a livello economico, ambientale e produttivo grazie all’ abbattimento degli agenti inquinanti e al risparmio sui consumi. Inoltre H2Power, per i risultati ottenuti, pone la nostra città come capofila per le sperimentazioni del motore a idrogeno: la riduzione del 90% delle emissioni di co2 assume un valore maggiore se consideriamo le caratteristiche delle strade di Perugia sulle quali il bus sperimentale è stato testato”.

Nel corso della conferenza sono stati approfonditi i dati tecnici comunicati qualche giorno fa a Palazzo dei Priori.  Risultati considerati “davvero importanti” sono arrivati dalla realizzazione di un sistema a doppia alimentazione automatizzata con idrogeno al 35%,accertando una riduzione del monossido di carbonio pari all’80-90% in un percorso complesso (fatto di salite, discese e accelerazione massima) e una riduzione dal 20% al 40% di CO2, rispetto all’alimentazione a metano (considerato già poco inquinante). I risultati sono ancora più rilevanti se paragonati all’alimentazione a gasolio o benzina.

L’altro aspetto da non sottovalutare è la minore dipendenza dal petrolio, dal momento che l’idrogeno può essere creato dall’elettrolisi dell’acqua. Infine, si rileva un significativorisparmio dei consumi (meno 30% in peso e meno  7% in volume).

Nella sperimentazione è stata rilevante  la collaborazione con il Dipartimento di ingegneria Meccanica, diretto dal prof. Carlo Nazzareno Grimaldi, al fine di sperimentare e testare il motore modificato per l’alimentazione ad idro-metano.

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