Le ultime vicende legate alla Società Gesenu Spa, soggetto gestore di servizi di igiene ambientale e  smaltimento rifiuti, ci ripropongono alcuni interrogativi a cui la politica e le istituzioni stentano a dare risposte serie e convincenti.

Ancora una volta è l’intervento della magistratura a scoprire le scorrettezze e il possibile  malaffare nei comportamenti di una società a fortissima presenza di capitale pubblico. E’ possibile che gli amministratori del Comune di Perugia non si siano accorti di cosa succedeva nella loro partecipata? E’ possibile che l’Amministrazione Regionale non si sia interrogata su chi fossero i soci privati del gestore più potente  ed influente della Regione stessa ? E sì che segnali concreti, nei mesi scorsi, erano venuti anche da arresti eccellenti.

SEL Umbria pone ancora con forza una domanda, dai più ritenuta fuori moda: possiamo davvero affidarci, in settori così delicati, a pseudo società miste in cui i soggetti privati fanno pesantemente i loro interessi, in modo lecito o meno lecito, sulla pelle dei cittadini che pagano tariffe salatissime ?

Nel particolare della vicenda Gesenu, in cui si profilano, a giudizio degli inquirenti, anche possibili infiltrazioni mafiose, non vorremmo che a pagare siano gli umbri e in particolare alcuni territori che dovranno sopportare un maggior carico di smaltimento rifiuti derivante dal possibile blocco di alcune discariche.

Ancora una volta ripetiamo quello che diciamo da sempre: la politica “rifiuti zero” è l’unica via maestra da percorrere con convinzione e forza, anche al fine di evitare speculazioni e favorire una corretta salvaguardia ambientale a favore delle future generazioni.

 

Il Coordinamento Regionale Umbria
di Sinistra Ecologia Libertà

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