di Maria Galeone

CITTA' DI CASTELLO (Avi News) – Un viaggio metaforico tra le opere artistiche del celebre pittore tifernate, Alberto Burri, attraverso la simulazione del volo aereo ‘Crollo-028’ della linea artistica ‘Burri airline’. Ecco svelato il significato della ‘conferenza volante’ su identità e protezione del patrimonio artistico contemporaneo, che si è svolta, sabato 17 dicembre, non a caso, nella sala del ciclo pittorico di Burri denominato ‘Il viaggio’, agli Ex seccatoi del tabacco di Città di Castello, e prodotta dal Centro studi e formazione Villa Montesca nell’ambito del progetto europeo Patch, per la protezione dei beni culturali in caso di emergenza sismica. Alla conferenza finale del progetto in forma teatrale, ideata in collaborazione con la Fondazione palazzo Albizzini collezione Burri, di cui ricorre il trentennale, e promossa dal Comune di Città di Castello e dal gruppo comunale di Protezione civile, erano presenti il presidente e direttore del Centro studi Villa Montesca di Città di Castello, Giuliano Granocchia e Fabrizio Boldrini, e il primo cittadino tifernate, Luciano Bacchetta. L’evento ha visto protagonista l’attrice Virginia Virilli nel ruolo di pilota e le ballerine dell’Associazione culturale studio danza di Rita e Roberta Giubilei come hostess.

All’iniziativa hanno partecipato anche Bruno Corà, storico e critico d’arte della Fondazione Burri, e Francesco Scoppola, direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Umbria, intervenuti, durante la performance, sulla relazione che intercorre tra identità culturale e opera d’arte contemporanea, che “se perduta, a causa per esempio di una calamità naturale – ha detto Bruno Corà –, rischia di mettere a dura prova l’identità stessa di un’intera collettività, oltre a rappresentare un grave fatto di inadempienza”. Evitare danni al patrimonio culturale in caso di terremoto è proprio l’obiettivo del progetto Patch, Prevention, analysis and tools for cultural heritage (Prevenzione, analisi e strumenti per il patrimonio culturale), finanziato dalla Commissione europea Direzione generale Echo, Unità di Protezione civile, e sviluppato dal Centro Studi e formazione Villa Montesca, insieme ad altri partner europei e italiani, tra cui la Provincia di Perugia e la Basilica di san Francesco di Assisi. “Per la prima volta in Europa – ha commentato Giuliano Granocchia – soggetti pubblici e privati di Paesi, diversi tra loro per caratteristiche culturali e geografiche, sono riusciti a mettere a punto dieci regole da rispettare nelle situazioni di emergenza dopo un’esperienza calamitosa, che riguardano tecniche di catalogazione e identificazione delle opere, tecnologie di protezione degli oggetti museali e strumenti innovativi per gli operatori coinvolti nelle operazioni di primo intervento”.

“Questa conferenza in forma teatrale – ha proseguito Fabrizio Boldrini – vuole essere, infatti, una provocazione per evitare che il sistema di procedure sviluppate con Patch e presentate a L’Aquila lo scorso 14 dicembre, passi come un qualcosa solo per addetti ai lavori, quando invece la perdita di un’opera d’arte riguarda tutta la comunità”. Durante la conferenza teatrale, il cui titolo ha richiamato il numero dei terremoti registrati nell’Appennino umbro-marchigiano che hanno provocato danni notevoli documentati, gli spettatori hanno potuto riflettere, infatti, in una forma leggera e divertente, sul rischio materiale e storico che significherebbe, nel caso specifico per la città tifernate, la scomparsa di una delle opere di Alberto Burri, “già di per sé delicate – ha sottolineato Francesco Scoppola – poiché composte da materiali, come la plastica o l’oro”. “Il patrimonio di Burri – ha concluso il sindaco di Città di Castello – deve essere condiviso, e non restare sottoutilizzato e conosciuto solo da pochi. Ben vengano, perciò, iniziative divulgative come questa”.
 

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