In questi giorni a Perugia 
Stefania Zucchini
 si è molto impegnata contro il trasferimento all'ex Grocco - struttura sanitaria che ospita la "Residenza Seppilli" per anziani con gravi disabilità e un centro di neuropsichiatria infantile - di malati Covid.

Stefania ha raccolto firme, lasciato interviste fino ad arrivare alla Rai all'edizione serale del TG1.

Soprattutto ha smosso coscienze. Perché il suo non è un impegno contro dei malati a favore di altri. Sa benissimo che di fronte ad una malattia si è tutti uguali e non ci sono malattie e persone di serie A e serie B.

E' altrettanto consapevole però che se porti una grave debolezza dove ce ne sono altre altrettanto gravi queste debolezze si sommano e non si aiutano, che diventa ancora più difficile assistere l'uno e l'altro.

Con un problema un più, che se poco poco un solo coronnavirus entra subdolamente come sa fare nella residenza per anziani fa un disastro. E se, altrettanto subdolamente, entra nel centro di neuropsichiatria troverà genitori e nonni già provati che non hanno bisogno che malattia si sommi a malattia, bambine e bambini fragili e gracili di per sé (alcuni in maniera molto grave) e operatori di eccellenza per loro indispensabili che se colpiti provocheranno la chiusura del centro e l'interruzione delle cure.

Un problema molto semplice da capire che non si sarebbe dovuto creare, e che prima si risolve meglio è per evitare che il virus agisca dove sarebbe molto rischioso lo facesse non solo per la salute di anziani e bambini disabili ma per la salute di tutti e tutte, di una città e di una regione già fortemente colpite dalla pandemia.

Così Vanni Capoccia in un post pubblicato su facebook
 

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