Va garantita in Umbria la piena attuazione della Legge 1994
PERUGIA – “Non solo ripristinare l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica in regime di assistenza sanitaria domiciliare e day hospital, ma soprattutto stabilire la contraccezione gratuita per tutti, garantire la piena operatività dei consultori con personale e risorse, attivare dei seri percorsi di supporto genitoriale e salute materno infantile per ridurre il ricorso all’IVG”. È quello che chiedono in una mozione i consiglieri regionali Tommaso Bori, Michele Bettarelli, Simona Meloni, Fabio Paparelli, Donatella Porzi (PD), Thomas De Luca (M5S) e Vincenzo Bianconi (Misto).
“La decisione della giunta Tesei – spiegano i firmatari –, che con una delibera annulla un diritto della donna e intende superare il provvedimento del dicembre 2018, è qualcosa che riporta l’Umbria indietro di anni. Invece di fare passi in avanti relativamente a percorsi in grado di aiutare la genitorialità e l’educazione, così da potenziare la libertà di scelta e di autodeterminazione delle donne, la Giunta leghista sceglie per tutti e impone un ricovero ospedaliero forzoso di tre giorni per l’IVG adducendo motivi relativi alla ‘difesa della salute delle donne’. La presidente Tesei, però, dimentica che la delibera dell’Umbria era in piena aderenza con tutti i documenti redatti dal Comitato tecnico scientifico, che ha anche emanato uno schema tipo di consenso informato, sia per il ricovero ordinario che per il ricovero a ciclo breve, nonché una scheda informativa per la donna”.
“La delibera di Giunta – proseguono i consiglieri – è contraria anche a quanto dichiarato dalla SIGO (Società italiana ginecologi e ostetrici) che si dicono favorevoli ‘ad una maggiore diffusione dell'IVG farmacologica, a reale tutela della salute e dei diritti delle donne, che rischiano di essere negati a causa dell’emergenza sanitaria in corso. La modalità farmacologica, finora relegata ad un ruolo marginale ridotto al 5 per cento delle IVG in Umbria, permetterebbe di decongestionare gli ospedali, alleggerire l’impegno degli anestesisti e l’occupazione delle sale operatorie’. Questo quadro si inserisce in un contesto in cui, come certificato da risposte a interrogazioni precedenti, l’IVG farmacologica ancora non viene effettuata nella maggior parte degli ospedali umbri e in un sistema sanitario regionale in cui 2 medici su 3 si dichiarano obiettori. Il nostro obiettivo – concludono i consiglieri – è che la Giunta Tesei possa fare un passo indietro rispetto ai suoi atti, per tornare a farne molti avanti su una questione di civiltà”.
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