di Massimo Pasquini.

Pensierino del mattino 8 maggio 2019.
Nel 1992 con la riforma delle pensioni Dini fu soppressa la Gescal unica forma di finanziamento dei programmi di edilizia residenziale pubblica. 
Sia chiaro lo Stato sulle case popolari non ci ha mai messo nulla di suo.
Ho un documento ufficiale del 2016 della Cassa Depositi e Prestiti che afferma che a quella data vi erano ancora 1,6 miliardi di euro ( 3200 miliardi di vecchie lire ) dei fondi gescal non utilizzati. 
Cioè a 24 anni dalla fine della Gescal risultava una somma enorme di soldi non spesi da Governo, Regioni e Comuni, che sarebero dovuti già essere stati spesi per realizzare case popolari e manutenzioni nelle stesse che avrebbero dato sollievo ai precari della casa e anche tanto lavoro. 
Oggi e ormai da anni abbiamo 650.000 famiglie nelle graduatorie .
Sicuri sicuri che sia stato frutto di un destino cinico e baro? 
Io invece chiamo questa la scelta operata dai governi degli ultimi 25 anni nonché dalle amministrazioni regionali e comunali che hanno abbracciato politiche liberiste e di esclusione sociale.
A quei trogloditi che parlano di case popolari prima agli italiani rispondo che sono gli utili servi dello status quo.
Io oggi dico prima le case popolari, prima le manutenzioni nelle case popolari, prima la lotta al degrado, prima condizioni di vita dignitose nelle periferie con scuole adeguate, servizi sociali, parchi e aree verdi, trasporto pubblico degno di tale definizione.
Riprendiamoci condizioni di vita dignitose. 
Schiacciamo e isoliamo fascisti e razzisti , ai quali far rimanere la gente nelle condizioni attuali va benissimo infatti non propongono nulla se non un facile capro espiatorio nell'alimentare odio sociale purché si rimanga nel degrado.

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