Usura/ Famiglie e piccole imprese in difficoltà in Umbria
PERUGIA - Sono sempre di piu', in Umbria, le famiglie e le piccole imprese in difficolta', sia per la crisi economica, ma anche per una eccessiva superficialita' nel ricorrere al credito al consumo e all'indebitamento.
Tra le cause del ricorso a canali di prestito illegali emerge anche una crescente predisposizione al gioco. In Umbria, ogni anno, vengono giocati 500 milioni di euro tra Lotto (40 milioni), Super enalotto (42 milioni), Gratta e vinci e, soprattutto, Slot machine.
E' quanto emerge dalla relazione redatta dalla Giunta regionale dell'Umbria sull'attivita' svolta dalla 'Fondazione Umbria contro l'usura' e illustrata oggi in Aula dal presidente della prima Commissione consiliare, Oliviero Dottorini.
La Fondazione nel 2009, ha soddisfatto 40 richieste di intervento, impegnando una cifra complessiva di circa 1 milione 250 mila euro. Per quanto riguarda invece il 2010 il totale degli interventi dovrebbe ammontare a circa 900 mila euro.
Le richieste di intervento provengono principalmente da famiglie di reddito medio o medio basso e dalle piccole imprese. Dai 17 interventi effettuati nel 2008 si sta passando alle oltre 100 richieste di aiuto che sarebbero gia' state inoltrate solo nei primi mesi di quest'anno.
"Il percorso tipo delle famiglie e delle piccole imprese coinvolte in fenomeni di usura - e' stato detto in Aula - parte da un eccessivo ricorso all'indebitamento tramite mutui o tramite finanziamenti rateali al consumo. Quando viene meno uno dei redditi familiari e' facile che la famiglia entri nel giro degli special-prestiti e dei finanziamenti ad elevato tasso d'interesse, finendo facilmente per indebitarsi nel giro di un anno fino a 20/30mila euro e cadendo infine nelle mani degli usurai.
Ci sono anche casi di famiglie che si sono indebitate a causa delle restrizioni sulle pensioni di invalidita', dove l'introito dell'indennita' di accompagnamento era diventato il terzo reddito, utile magari per pagare le rate del mutuo".
Gli interventi di sostegno economico in media sono di circa 30/40mila euro ed arrivano fino ad un massimo di 150mila euro. La Fondazione interviene sia per sostenere chi e' gia' vittima dell'usura (ed e' formalmente parte lesa in un processo penale avviato), sia in forma preventiva, per evitare che persone gia' in difficolta' con le banche ricorrano agli usurai per fronteggiare i propri problemi finanziari.
"Tra le criticita' che ostacolano l'operato della Fondazione - si legge nella relazione -, emerge in primo luogo che gli istituti di credito, soprattutto i grandi complessi bancari, si dimostrano poco interessati a stipulare convenzioni con la Fondazione, anche in presenza di ottime garanzie che questa e' in grado di prestare. In secondo luogo la totale assenza del contributo statale che non viene piu' erogato ormai da alcuni anni".
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