Per noi di USB il giudizio positivo dell’Antitrust europeo circa la vendita di AST ad Arvedi rappresenta il passaggio da una fase di stallo ad un contesto più incerto, in cui il piano industriale sarà decisivo per poter capire il vero futuro della fabbrica ternana.

Se nell’immaginario collettivo Arvedi rappresenta la figura dell’industriale novecentesco, noi di USB siamo ben coscienti invece che le attuali dinamiche produttive interne ed esterne alla UE, la diversificazione delle produzioni, le verticalizzazioni e il futuro assetto della fabbrica, anche societario, saranno le reali condizioni su cui costruire il futuro di AST e su cui improntare le relazioni con la nuova proprietà. Per questo chiediamo quanto prima che le istituzioni umbre e soprattutto il Mise si adoperino e siano garanti del consolidamento dello stabilimento ternano, finalizzato allo sviluppo di nuove produzioni all’interno di un rilancio delle produzioni storiche. Se da un lato la partita del costo dell’energia ricopre un ruolo fondamentale, su cui il governo deve necessariamente intervenire, anche gli investimenti ambientali saranno al centro della discussione: le prescrizioni AIA e lo stato della fabbrica necessitano di investimenti seri e concreti da fare al più presto, se si vuole creare un sito industriale sostenibile, competitivo e a ridosso della città. Sarà questa la reale sfida che ci si presenterà davanti. Per questo noi di USB chiediamo fin da ora ad Arvedi la presentazione del piano industriale e al Mise, nonché alle istituzioni umbre, chiediamo fin da oggi un reale impegno aldilà delle dichiarazioni d’intenti.

Per USB Lavoro Privato Nazionale Sasha Colautti  La RSU USB in AST - Emanuele Salvati

 

Condividi