USA-CINA E LA MODERNA “TRAPPOLA DI TUCIDIDE”
di Mario Capanna
Quando una potenza dominante si trova di fronte a una potenza emergente, il ricorso alla guerra sembra divenire inevitabile.
Così accadde fra Atene e Sparta, nel V secolo a. C., come narra lo storico Tucidide nella sua “Guerra del Peloponneso”. E così avvenne fra Roma e Cartagine.
È stato il presidente cinese Xi Jinping a evocare, qualche anno fa, il pericolo che scatti la “trappola di Tucidide” fra USA e Cina, affermando che bisogna fare ogni sforzo per evitare una simile prospettiva, che sarebbe una catastrofe per i due Paesi, e per il mondo.
Gli Stati Uniti sono ancora la potenza dominante sulla Terra, ma avvertono il declino del loro potere. Il mondo non sopporta più la camicia di forza unipolare: tende verso il multipolarismo.
Per questo gli Usa si comportano seguendo la dottrina - pericolosissima - della “guerra preventiva”, teorizzata dal presidente George W. Bush in un documento presentato al Congresso nel 2002.
Vi si legge: “Non possiamo permettere che il nemico ci colpisca per primo. Sventeremo le minacce emergenti prima che si concretizzino”. Ancora: “L’America manterrà forze sufficienti per impedire a potenziali avversari di riarmarsi nella speranza di superare o eguagliare la potenza americana”. E poi: la Corte penale internazionale “ mai giudicherà un cittadino americano”.
Agghiacciante: è la prepotenza all’acme. Ne sono seguite le guerre in Iraq, in Afghanistan, i bombardamenti in Libia, l’assistenza militare a Kiev ben prima dell’invasione russa.
Ne è seguito - ed è in pieno svolgimento - il tentativo aggressivo di isolamento della Cina, interferendo pesantemente sul ricongiungimento di Taiwan, stringendo un’alleanza politico-militare con l’Australia per contrastare le rotte marittime di Pechino nel Pacifico. Con la guerra commerciale già iniziata da Trump e proseguita da Biden.
Ora: riusciamo a immaginarci lo sconvolgimento catastrofico che potrebbe generare una guerra Usa-Cina? Farebbe impallidire quello determinato dalla guerra Russia-Ucraina- Nato-Usa.
È nell’interesse del mondo scongiurarlo, ma i governi e l’Onu se ne disinteressano. Follia.
Che, per fortuna, non appartiene alle opinioni pubbliche della maggioranza dei popoli.
I Paesi della Nato rappresentano appena l’11 per cento della popolazione del Pianeta: una netta minoranza, sette miliardi di persone ne sono fuori.
L’alleanza strategica Cina-Russia, l’atteggiamento guardingo e sostanzialmente neutralistico dell’India, il nuovo Brasile e molti Paesi dell’America Latina dicono che il mondo, con il multipolarismo, vuole andare in una diversa direzione, al di fuori della prepotenza superarmata dell’Occidente.
Pure in mezzo a contraddizioni, la maggioranza del mondo vuole un futuro di pace e di mutuo rispetto fra i popoli.
E, questo, è anche nell’interesse dei popoli europei e di quello americano. Sperando che la smettano di comportarsi come i galli presuntuosi, convinti che il sole sorge perché loro cantano…
Fonte: Facebook
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