Nove domande per capire come sono state utilizzate le risorse stanziate per l’attivazione del Centro di Genomica dell’Università di Perugia. Sono quelle che, con un’iniziativa clamorosa, il professor Andrea Crisanti, professore Ordinario di Microbiologia ed ex Direttore Centro di Genomica Università degli Studi di Perugia rivolge pubblicamente al rettore dell’Università di Perugia, affermando che saranno reiterate con scadenza regolare fino a che il rettore Moriconi non risponderà. Una mossa di trasparenza “all’americana”, quella del professor Crisanti, per fare luce definitiva su una vicenda che ha visto risorse pubbliche per 12 milioni di euro, il cui destino e le cui vicende andrebbero certamente chiarite davanti ai contribuenti e ai pazienti. Tantopiù che nelle domande si chiede anche se davvero, come risulta da alcune fonti, i preziosi macchinari acquistati per il Centro di Genomica, e ora collocati altrove (e qui sarebbe interessante sapere dove di preciso si trovano e chi ne ha la disponibilità e per cosa), vengano scarsamente utilizzati.

Una vicenda tornata prepotentemente alla ribalta delle cronache nelle scorse settimane, quando il Consiglio di Stato ha dato torto all’Università di Perugia, reintegrando nel suo ruolo il prof Crisanti,che collabora anche con il famoso Imperial College di Londra, dopo che l’Ateneo umbro ne aveva stabilito la decadenza da Professore Ordinario a causa proprio della sua collaborazione dell’Imperial College. Incompatibilità appunto dichiarata inesistente dal Consiglio di Stato.

Insomma, materiale scottante, su cui potrebbero esserrsi già accesi i fari dei magistrati della Corte dei conti.

Ed ecco il testo firmato dal professor Andrea Crisanti con le 9 domande al rettore dell’Università di Perugia, diffuso attraverso le testate regionali e nazionali che operano in Umbria già fin da stamattina 26 agosto.

Le Nove domande al rettore dell’Università di Perugia

“Nel 2008 il Prof. Andrea Crisanti propose all’Università di Perugia e alla Regione Umbria un piano per realizzare un Centro di genomica. L’obiettivo era di dotare l’Università, il sistema sanitario della regione e le aziende del territorio di un formidabile strumento investigativo che avrebbe allineato l’Università degli Studi di Perugia ai grandi centri di ricerca internazionali.

Per realizzare questo progetto furono attivate quattro linee di finanziamento per un valore di circa 12 milioni di euro.

A) Strumenti: Il prof Crisanti presentò due progetti - uno al Ministero della Sanità e uno alla Regione Umbria - ottenendo 1.500.000 di euro e 1.578.000 euro per un totale di 3.078.000 uro per dotare il Centro di una strumentazione di avanguardia.

B) Personale: Il prof Crisanti e la Regione Umbria presentarono all’Unione europea un progetto per la formazione di risorse umane ottenendo un finanziamento di 4.500.000 euro nelle aree scientifiche della genetica e della genomica.

C) Trasferimento all’industria: la Regione Umbria inserì il settore scienze della vita alle linee d’intervento per il finanziamento dei poli d’innovazione e assegnó circa 4 milioni di euro (cofinanziamento) al Polo di Genomica Genetica e Biologia coordinato dall’Università di Perugia per attività di trasferimento e sviluppo tecnologico.

D) Locali: l’Università degli Studi di Perugia mise a disposizione i locali del terzo piano dell’edificio D che non erano stati completati per mancanza di fondi. Il Polo di Genomica Genetica e Biologia finanziò la ristrutturazione con un intervento di quasi 400mila euro in cambio dell'uso dei locali. Subito dopo, l’Università concesse in uso i medesimi locali al Centro di Genomica, struttura afferente al Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università degli Studi di Perugia.

Dei tre milioni di euro di finanziamento pubblico destinato all’acquisto della strumentazione, ne sono stati spesi solo la metà e la strumentazione stessa è stata collocata in un’altra struttura. Il finanziamento ottenuto dall’Unione europea è stato impiegato per la formazione di circa trenta ricercatori che ora, a causa della mancata attivazione del Centro, si trovano sparsi nel mondo. Il finanziamento assegnato al Polo di Genomica Genetica e Biologia è stato utilizzato solo in parte e il Polo stesso si è trasferito a Siena.

I locali del Centro di Genomica sono ormai vuoti e oggetto di un contenzioso tra Polo di Genomica e Università. Il prof. Crisanti, l’ideatore del progetto e garante degli accordi, è stato illegittimamente destituito dal suo ruolo di docente dall’Università degli Studi di Perugia.

Il Consiglio di Stato ha di recente reso giustizia all’integrità e all’operato del prof Crisanti ma non restituisce ai cittadini, ai pazienti e agli studenti (che ne sarebbero stati i maggiori beneficiari) i soldi dei contribuenti spesi per realizzare a attivare il Centro di Genomica. È quindi giunto il momento di porre una serie di domande scomode all’Università degli studi di Perugia, che ripeteremo a scadenza regolare attraverso i media fino a quando non avremo ricevuto una risposta esauriente.

(Ed ecco le nove domande al rettore dell’Università di Perugia, ndr)

1) La Regione Umbria e l’Università, in data 21/2/2010, stipularono un accordo per creare e attivare un Centro di Genomica. Per l’acquisto della strumentazione necessaria ai progetti del Centro furono attivati due finanziamenti pubblici per un importo di oltre 3milioni di euro. Che fine hanno fatto questi soldi?

2) La gara di acquisto del primo lotto di strumentazione (1.500.000 di Euro del Ministero della Salute), bandita dalla Azienda Ospedaliera di Perugia, ha avuto una durata di molti mesi superiore rispetto al termine stabilito dal bando. Che cosa impediva all’azienda di chiudere la gara e procedere all’acquisto della strumentazione?

3) Dopo nove mesi senza aver ottenuto giustificazioni di questo ritardo, il prof. Crisanti (direttore del Centro di Genomica) diffidava l’Azienda Sanitaria e la Regione Umbria dal procrastinare ulteriormente la chiusura della gara e l’acquisto della strumentazione da destinare al centro di genomica. Perché pochi giorni dopo la diffida il direttore dell’Azienda Ospedaliera chiedeva al rettore se i macchinari dovessero essere collocati presso i locali originariamente individuati e concessi in locazione al Polo di Genomica Genetica e Biologia?

4) Il rettore, in risposta alla richiesta di chiarimenti dell’Azienda Ospedaliera, dichiarava, con nota del 19/03/2015, che i locali al terzo piano piano dell’edificio D, ove avrebbero dovuto allocarsi la suddetta strumentazione, non erano più nella disponibilità del Centro di Genomica. Perché il rettore dette questa risposta giacché gli stessi locali erano in realtà da diversi anni in uso sia al Polo sia al Centro di Genomica, così come stabilito anche dal Cda dell’Università?

5) Il Corriere dell’Umbria del 28/11/2014 riportava che presto si sarebbe costituito un Centro di Genomica alternativo rispetto a quello originario identificando anche i docenti competenti a dirigerlo. Dov’è questo centro di Genomica? Qualcuno l’ha mai utilizzato?

6) Il Consiglio di Stato ha appurato che l’Università era a conoscenza da anni dell’incarico del prof. Crisanti presso Imperial College di Londra. Subito dopo la presentazione della diffida inoltrata dal prof. Crisanti per sollecitare l’acquisto della strumentazione da destinare al Centro di Genomica, il rettore dell’Università di Perugia si affrettava a contestare al prof. Crisanti il doppio incarico, circostanza che sarebbe emersa dopo un controllo casuale effettuato via internet, ove, a suo dire, risultava l’affiliazione del docente con l’università londinese.

Qual è la verità?

7) Il prof. Crisanti in data 1 aprile 2015 presentava all’Università di Perugia una richiesta di aspettativa, che il Consiglio di Stato ha ritenuto accolta per silenzio assenso. Perché questa richiesta è stata ignorata e, in data 8 giugno 2015, il rettore emetteva nei suoi confronti il decreto di decadenza dall’ufficio di professore ordinario poi dichiarato illegittimo dal Consiglio di stato?

8) Il prof. Crisanti non era l’unico professore dell’Università di Perugia titolare di incarichi di docenza presso Atenei stranieri. Perché il rettore non ha dichiarato la decadenza di questi docenti come ha ritenuto di fare con il prof. Crisanti?

9) Dopo il decreto di decadenza emesso nei confronti del prof. Crisanti, la strumentazione acquistata con fondi pubblici è stata collocata presso una struttura diversa dal Centro di Genomica.

La ditta ILLUMINA, che fornisce i reagenti, afferma che detti strumenti sono scarsamente utilizzati. Quante analisi sono state eseguite con questa strumentazione? E soprattutto la loro utilizzazione è stata coerente con i fini diagnostici del progetto “Centro di Genomica” finanziato con fondi pubblici?”.

Andrea Crisanti

Professore Ordinario di Microbiologia; ex Direttore Centro di Genomica Università degli Studi di Perugia

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