“L'Università di Perugia ha bisogno di un nuovo slancio e per questo non può rischiare di perdere una parte consistente dei 18milioni di euro della quota premiale del fondo ordinario. Occorre che tutti facciano un passo indietro e si esca dalla situazione sul quale l'Ateneo si è impantanato". Con queste parole il capogruppo dell'Idv in Consiglio regionale Oliviero Dottorini commenta “lo stallo in cui sembra essere finita l'Università di Perugia dopo il blocco delle elezioni delle componenti studentesche e, a cascata, della costituzione dei dipartimenti e delle elezioni del Magnifico Rettore.

"La quota premiale del fondo di finanziamento ordinario - continua Dottorini -, è assolutamente necessaria al funzionamento delle strutture soprattutto in un periodo di scarsità globale di risorse alternative. Da quella cifra dipende una parte dei 2500 stipendi erogati dall’ateneo e ci preoccupa vedere come  logiche che nulla hanno a che fare con quelle accademiche possano mettere a rischio, vanificandola, la virtuosità della didattica e della ricerca che deve essere considerata un patrimonio prezioso per la nostra regione e per la città di Perugia. Un momento di profondi cambiamenti come quello che il sistema universitario nazionale sta attraversando – spiega l'esponente dell'Idv - andrebbe sfruttato per catalizzare nuovi stimoli e nuovi entusiasmi, soprattutto nel reclutamento di nuove forze e nuove potenzialità. La perdita della quota premiale va in tutt'altra direzione rischiando di mettere in ginocchio anche il funzionamento minimo ed il lavoro ordinario svolto dalle facoltà”.

“È auspicabile – conclude Dottorini - una presa di posizione cosciente di tutte le parti coinvolte affinché superino con la dialettica politica lo stallo dei ricorsi fugando immediatamente lo spettro e l'onta di un commissariamento, che non gioverebbe a nessuno. Ci risulta che delle proposte siano già sul tavolo, ora ci aspettiamo un atto di responsabilità, da parte di tutti, affinché queste idee diventino azione concreta sbloccando la statica palude in cui sembrano affossarsi le sorti della più grande azienda regionale. Infine – conclude - si chiede responsabilità anche ad una parte del mondo politico affinché eviti di utilizzare la situazione per scopi elettorali che esulano dagli interessi accademici, da quelli della ricerca e dalle prospettive di futuro di migliaia di studenti”.

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