PERUGIA - “Nel rispetto della piena autonomia decisionale degli organi di governo dell’Ateneo stesso, riteniamo tuttavia opportuno evidenziare, per l’importanza strategica che l’Università riveste nell’intera regione, che il modello organizzativo dell’Ateneo, ed in particolare l’articolazione delle strutture didattiche e scientifiche (Dipartimenti, scuole interdipartimentali, centri di ricerca), tenga conto anche delle esperienze che si sono maturate in questi anni nella città di Terni, dove ha sede il Polo didattico-scientifico”. È quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.

“Con la presentazione della bozza di Statuto dell’Università degli Studi di Perugia – rileva - si è avviata una fase di partecipazione che coinvolge in primo luogo gli organismi di governo dell’Università e l’insieme del personale che opera all’interno dell’Ateneo e gli studenti. Penso che sarebbe opportuno che lo Statuto attualmente in esame presso gli organi di Ateneo e le Facoltà, contempli e salvaguardi la specificità dell’Università degli studi, sia nelle strutture didattiche e scientifiche di Perugia, sia in quelle afferenti il Polo di Terni”.

In particolare, ribadendo il “percorso positivo già avviato con la pre-intesa tra Regione ed Università inerente il Servizio sanitario regionale, nella quale si è confermata l’apertura della sede di Terni della Facoltà di Medicina occorre che l’Università – sottolinea la presidente - prenda in considerazione la proposta che lo Statuto preveda il mantenimento e la specificità del Polo universitario di Terni, con un’articolazione territoriale della struttura didattica e scientifica”.

“Promuoverò un ulteriore incontro, unitamente al Sindaco di Terni e al Presidente della Provincia di Terni, con il Rettore dell’Università per rappresentare questa nostra proposta – conclude la presidente Marini -, al fine di contribuire al rafforzamento del ruolo dell’Ateneo nella nostra regione, annunciando fin da ora il nostro impegno e collaborazione ad ogni utile supporto, sia nell’ambito del diritto allo studio, sia nella ricerca scientifica, per assicurare il mantenimento della qualità della nostra Università”.
 

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