"La grave situazione economica, sostiene l'Unione Inquilini di Perugia, attualmente in atto nel nostro paese e nella nostra Regione, che di giorno in giorno si fa più pesante causa l’inarrestabile crisi di aziende che ha come conseguenza licenziamenti,casa integrazione, mobilità, rende lo stato delle famiglie umbre estremamente precario, l’Unione Inquilini evidenzia ancora una volta che questa precarietà porta conduttori di alloggi loro malgrado a non poter più fare fronte al canone di locazione, la conseguenza è l’intimazione di sfrato per morosità, atto che distrugge dignità di chi in particolare è stato sempre puntuale nel fare fronte al pagamento".

!Gli Enti locali con in testa la Regione dell’Umbria, fa notare Unione Inquilini di Perugia,  sino ad oggi hanno coperto il disinteresse del Governo Monti con propri interventi, l’attuale Governo e sub commissari da ultimo nominati hanno nel programma chiamato salva Italia, dimenticato che gli sfratti hanno raggiunto la soglia del 95%, hanno azzerato per il 2012 il contributo affitto per i più disagiati previsto dall’ art. 11 della legge 431/98, mentre l’anno trascorso solo in virtù del contributo della Regione è stato possibile con l’assessore Vinti, fare il bando".

L’Unione Inquilini di Perugia "Avanza richiesta alle autorità con Prefettura in testa, di bloccare l’intervento della forza pubblica negli sfratti, di sospendere ogni procedura sino a quando saremo in presenza dell’attuale situazione ove ogni famiglia per fare fronte ai provvedimenti fiscali, utenze in aumento,generi di prima necessità,disoccupazione, potrebbe si, salvare l’Italia ma uccide se stessa. Per dare casa a chi ne è privo o non riesce a sostenere i canoni di locazione, occorre intervenire non con l’IMU sulle seconde case o sulle società immobiliari che di sfitto solo a Perugia e comuni limitrofi si contano a centinaia, ma requisire per necessità con un canone non superiore al 10% del reddito familiare. A livello Nazionale va rivista completamente la legge 431/98 che abrogando l’Equo Canone ha consentito speculazioni e cementificazioni del territorio con non poche responsabilità anche dei comuni.

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