UmbriaLeft per la pace: L'intervento di Andrea Esposito
MANIFESTAZIONE EUROPE FOR PEACE, PERUGIA 23 OTTOBRE 2022 Orgogliosamente la nostra associazione culturale ha scelto, senza esitazioni, di aderire a questa manifestazione, a quello che speriamo diventi un movimento che non dia tregua alla guerra. Una guerra, quella in Ucraina, inasprita negli ultimi mesi, ma che si combatte ormai da anni in scala minore su porzioni circoscritte di territorio. Ecco, noi speriamo che questa nuova immane tragedia, possa almeno far prendere coscienza ai popoli, di quali siano quei governi e quelle nazioni che hanno fatto delle guerre le fondamenta del loro sistema economico e sociale. Auspichiamo che finalmente le persone comuni si rendano conto di quali paesi perseguano un modello di sviluppo che, oltre a mettere al centro l’industria militare, determina squilibri sociali strutturali, che portano le persone a lottare l’una contro l’altra, fino alla guerra, nell’illusione di poter migliorare la propria condizione di vita. “L’economia che uccide”, così recentemente definita da Papa Francesco, alla cui base però c’è una vera e propria filiera del conflitto, che sembra mettere tutti d’accordo. Tutti noi abbiamo visto come l’occidente abbia faticato a prendere decisioni congiunte e a mobilitare capitali tecnici e finanziari, per combattere una pandemia il cui nemico invisibile era comune a tutti ed incapace di presentarsi ad un tavolo di trattativa. Oggi invece assistiamo ad un occidente risoluto e concorde, quando deve stanziare risorse finanziarie per armare popoli che fino a poco tempo fa considerava appartenenti ad un altro mondo, popoli definiti distanti geograficamente ed antropologicamente. Oggi il livello dello scontro, del conflitto, a cui siamo giunti, gli scenari apocalittici che vengono prospettati, le azioni abominevoli minacciate e condotte sul campo di battaglia, ci spingono a mettere da parte analisi delle cause ed attribuzioni di responsabilità, seppure ovviamente ce ne siano. Oggi l’obiettivo fondamentale da perseguire è il raggiungimento di una tregua, del cessate il fuoco, la cancellazione del tributo di sangue che quotidianamente pagano militari combattenti e popolazione civile. Tolstoj diceva che “non si può asciugare l'acqua con l'acqua né si può spegnere il fuoco con il fuoco”. Allo stesso modo, diciamo noi, non è possibile mettere fine allo spargimento di sangue con la spada, con le armi, che arrivano da tutto l’occidente ad una velocità con cui i medicinali non hanno mai viaggiato. Oggi l’imperativo è usare la diplomazia, arrivare alla trattativa ed infine al negoziato. Un negoziato che, ricordiamolo, faccia sembrare ad entrambe le parti di aver vinto, o quanto meno di non aver perso. Questa è l’unica via d’uscita razionale, da quella che di giorno in giorno si avvia a diventare una catastrofe globale.
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