PERUGIA - Si è svolta stamani presso Umbrò  la conferenza stampa di centrali cooperative e sigle sindacali - CGIL Umbria, FISASCAT CISL Umbria, FPL UIL Umbria, Legacoopsociali Umbria, Federsolidarietà Umbria, AGCI Solidarietà - per denunciare il non rispetto, da parte della Regione Umbria, del protocollo firmato il 21 aprile scorso che prevedeva che i servizi di welfare sospesi a causa del COVID-19 sarebbero stati rimodulati dalle cooperative sociali e integralmente pagati dalle Aziende USL e i lavoratori del settore sociale, anziché ricorrere all’utilizzo degli ammortizzatori, avrebbero continuato a lavorare ed a essere regolarmente pagati. 

In Umbria - è stato spiegato - nelle cooperative sociali sono occupati 8.000 lavoratori, di cui 800 persone svantaggiate. Impegnati nel garantire la presenza di una rete capillare di servizi educativi, sociali e socio sanitari in tutta la regione e nel fornire servizi di grande importanza per la comunità come, ad esempio, la ristorazione scolastica. Durante l’emergenza da COVID-19 molti di questi lavoratori sono stati in prima linea, hanno fronteggiato il virus lavorando con dedizione e senso di responsabilità, oggi però le conseguenze economiche dell’emergenza, unite ai ritardi accumulati dalla Regione Umbria nell’applicare accordi e norme esistenti stanno mettendo in crisi l’intero sistema, mettendo a rischio sia gli occupati che la rete di servizi costruita negli ultimi decenni.

Per queste ragioni viene chiesto alla Regione Umbria:

!) Di garantire immediata ed integrale applicazione da parte delle Aziende USL del protocollo d’intesa sottoscritto il 21 aprile scorso da Regione Umbria, ANCI Umbria, centrali cooperative e organizzazioni sindacali che da applicazione all’Art.48 del decreto Cura Italia e alla DGR 232 della Regione Umbria. In base a questo protocollo i servizi di welfare sospesi a causa del COVID-19 sarebbero stati rimodulati dalle cooperative sociali e integralmente pagati dalle Aziende USL e i lavoratori del settore sociale anziché ricorrere all’utilizzo degli ammortizzatori sociali avrebbero continuato a lavorare ed a essere regolarmente pagati. Questo protocollo però non è applicato dalla Regione Umbria e costringe i lavoratori delle cooperative sociali ad utilizzare gli ammortizzatori sociali - ricevendo il 50%. del salario - che nel mese di giugno sono terminati. Per queste ragioni, dopo un primo confronto tecnico avuto con la struttura dell’assessorato alla salute, chiediamo all’Assessore Coletto un intervento urgente e la convocazione di tutti i firmatari del protocollo al fin di verificarne l’applicazione.

2) Di adeguare le rette dei servizi accreditati ferme al 2005 il cui blocco ha costretto organizzazioni sindacali e centrali cooperative a sottoscrivere un accordo di gradualità che fa slittare a dicembre 2020 gli incrementi dei salariali previsti dall’ultimo rinnovo contrattuale, penalizzando in questo modo i lavoratori.
Di far rispettare alle Aziende ASL, agli enti partecipati ed ai Comuni la norma regionale che disciplina il Tariffario Regionale delle Cooperative Sociali introdotta per garantire i diritti dei lavoratori delle cooperative sociali ed escludere la logica del massimo ribasso nei rapporti tra cooperative sociali e enti pubblici.
Di approvare una norma regionale che impegni le Aziende USL, le società partecipate ed i Comuni ad applicare l’Art. 112 del Codice dei Contratti e degli Appalti Pubblici, al fine di favorire l’inserimento lavorativo delle persone disabili e dei lavoratori svantaggiati, che sono state le prime ad essere espulse dai processi produttivi con la crisi da COVID-19.

La richieste, quindi, di attivare un Tavolo di Crisi tra Giunta regionale, Organizzazioni sindacali e Centrali cooperative per risolvere in modo strutturale le problematiche che interessano la cooperazione sociale nella nostra regione.

 

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