La Società Umbria Volley intende rendere noto quanto accaduto in occasione della partita del Campionato di Serie A1 maschile Tonno Callipo Vibo Valentia – RPA San Giustino, disputata Sabato scorso, 5 Marzo.

  Alla vigilia della trasferta di Vibo Valentia, l’RPA occupava l’ottavo posto in classifica con 28 punti, due in più della nona, proprio la Tonno Callipo. Per questo, vista l’importanza della gara, determinante per assegnare l’ultimo posto utile nella griglia dei Play-off, ci saremmo aspettati una designazione arbitrale all’altezza dell’impegno: invece, con nostro stupore sono stati nominati due arbitri con limitata esperienza in A1 maschile.

 A parte questa considerazione, che comunque non ha prodotto nessuna forma di prevenzione nei confronti dei direttori di gara, è stato purtroppo quanto avvenuto in campo a costringerci a denunciare pubblicamente un’intollerabile ingiustizia patita dalla nostra squadra.
In generale, la gestione di una gara di alto livello dovrebbe essere improntata a principi di equità e di imparzialità: questo significa usare lo stesso metro di valutazione per entrambe le squadre nelle stesse situazioni, sia tecniche che disciplinari. Dopo molti anni di esperienza nella massima serie non possiamo non contemplare l’errore arbitrale come un’evenienza fisiologica del nostro sport, ma non riteniamo giusto accettare che una gara venga costantemente “indirizzata” dagli arbitri con decisioni inique, sproporzionate e costantemente a nostro danno.

A proposito del metro di valutazione: alla nostra squadra, compreso il capitano, non sono mai state permesse richieste di spiegazioni o rimostranze di alcun tipo (con il culmine di due cartellini gialli nei momenti decisivi del terzo e del quarto set…), mentre alcune plateali proteste della panchina e degli atleti di Vibo sono state ignorate dagli arbitri. Inoltre, ci sono stati fischiati tre falli di posizione, dei quali il secondo arbitro ha prima rifiutato di fornire spiegazioni, per poi darne una totalmente errata (fallo tra il palleggiatore in penetrazione da posto 6 ed il centrale di prima linea!).

Ma veniamo ad altri dettagli:

- Nel terzo set il nostro Capitano Finazzi (a tutti noto per essere atleta educato e rispettoso), si avvicinava al secondo arbitro per chiedergli una spiegazione, venendo apostrofato dal primo con la frase “Tu non puoi parlare”. A quel punto Finazzi diceva al primo arbitro “Ma sono il Capitano!”, ricevendo per tutta risposta un cartellino giallo, che sul 21-20 risulterà decisivo
- Nel quarto set, il primo arbitro faceva ripetere un’azione dopo un servizio del nostro giocatore Schwarz, a seguito di plateali (e non sanzionate…) proteste della squadra di casa (le immagini televisive mostrano primo e secondo allenatore della Tonno Callipo dentro il campo). A quel punto, il capitano Finazzi richiedeva di presentare reclamo, come suo diritto, vedendosi addirittura negata tale possibilità dal secondo arbitro, che continuava a tenere un atteggiamento ostile verso i componenti della nostra squadra. Non solo: il primo arbitro fischiava la ripresa del gioco con lo stesso Finazzi che si trovava a bordo campo in direzione del tavolo del segnapunti, e Schwarz, che doveva ripetere la battuta, lontano dalla zona di servizio, costringendoli a correre per riprendere le corrette posizioni : Schwarz, costretto a battere senza la dovuta preparazione, sbagliava così il servizio….
- Sul 23-23 del quarto set, veniva fischiata dal secondo arbitro un’invasione di piede assolutamente inesistente, come documentato da tutte le riprese TV. Il Libero Giovi, senza mai rivolgersi al primo arbitro e senza compiere alcun gesto eclatante, veniva “misteriosamente” sanzionato con un cartellino giallo che a quel punto decretava la fine della partita.

Questi i fatti, molti dei quali accertabili anche dalle riprese RAI o dal video tecnico della gara. Vogliamo ribadire che non riteniamo giusto che una partita così importante e delicata sia stata decisa da fattori assolutamente esterni allo svolgimento del gioco. Tra l’altro, se non ricordiamo male, sappiamo che in situazioni di punteggio vicine al termine del set esiste una direttiva che invita gli arbitri ad usare il cartellino giallo solo in casi estremi, e non certo con la logica persecutoria con cui il Sig. Ippoliti ha gestito le fasi cruciali del terzo e del quarto set, di fronte a comportamenti tutt’altro che plateali o violenti. L’errore è ammissibile, la mania di protagonismo non lo è altrettanto. Le squadre lavorano con grande intensità, impegno e sacrificio da molti mesi, e vorremmo invitare gli arbitri ad essere rispettosi di tali sforzi, magari rivedendo con maggiore umiltà i filmati delle gare, ed usando un atteggiamento più collaborativo durante le stesse.

 

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