Azienda ospedaliera di Terni, Porfidi (Fp Cgil): pronto soccorso di nuovo al collasso  “Nonostante le rassicurazioni di questi mesi da parte del nuovo direttore generale la situazione al pronto soccorso dell’azienda ospedaliera di Terni continua ad essere estremamente complicata: sovraffollamento, personale carente e in affanno, accessi impropri dati anche da un territorio che non fa filtro con liste di attesa interminabili”. Lo afferma in una nota Valentina Porfidi, segretaria generale della Fp Cgil di Terni, che rimarca anche come permangano le difficoltà per l’azienda ospedaliera nel “dimettere quei malati cronici che per mancanza di strutture di accoglienza in grado di fare un minimo di diagnostica e assistenza stazionano per ore e giorni al Pronto Soccorso o nei letti rimediati nei corridoi”.
“Nonostante le nostre innumerevoli denunce il problema continua a non essere affrontato in maniera risolutiva – denuncia Porfidi - apprendiamo dalla stampa che finalmente anche rappresentanti ternani della giunta regionale, sollecitati dai propri elettori, si accorgono delle criticità che come organizzazioni sindacali denunciamo da mesi. Se la giunta regionale avesse posto maggiori attenzioni alle nostre rivendicazioni, forse oggi non ci si stupirebbe di tali problematiche, anziché intervenire per risolverle”.
Porfidi ricorda come la Fp Cgil abbia avanzato da tempo proposte e rappresentato criticità sulle quali intervenire, come la situazione del centro geriatrico, che dal punto di vista logistico e organizzativo versa ormai in una situazione complessa, ma che è struttura “indispensabile ai fini delle dimissioni protette dei pazienti”. “Sarebbe anche ora – continua la segretaria - di capire le tempistiche per la riapertura dei lavori, fermi ormai da anni, di consolidamento della nuova ala del centro, che garantirebbe nuovi posti letto.
Accanto a questo ci sono poi gli ospedali di Narni e Amelia, “in attesa di rinascere dalle proprie ceneri come un'araba fenice”, strutture che, secondo il sindacato, potrebbero essere di grande aiuto se messe in rete con l’azienda ospedaliera di Terni.
E poi c'è il nodo del personale: “Chiediamo ancora una volta – insiste la segretaria Fp Cgil - come intenda procedere la Regione con i contratti a tempo determinato di quelle lavoratrici e lavoratori che si sono spesi in questi anni di pandemia e che scadranno a marzo. E quali risposte si intendono dare agli operator socio sanitari che, dopo oltre un anno tra la domanda e l’espletamento del concorso, non hanno ancora notizie rispetto alla graduatoria?“.

SANITA' UMBRA, MANZOTTI (CISL UMBRIA) “Sanità in Umbria: dal valzer del rimpasto di Giunta a quello dei direttori”. E’ Angelo Manzotti, segretario generale Cisl Umbria, a chiedere un cambio di passo alla politica e alle istituzioni. “Siamo stanchi di vedere l’attenzione focalizzata su questioni che poco hanno a che fare con i pazienti e con chi tutti i giorni è impegnato a dare risposte agli utenti, ossia i lavoratori della sanità e in particolar modo quello delle due aziende ospedaliere. Anche per questo abbiamo convocato un altro direttivo esecutivo, calendarizzato per il prossimo primo marzo, per fare il punto della situazione sulla sanità umbra, elaborare strategie dedicate e finalizzate a dare risposte a quanti si rivolgono alle nostre sedi lamentando le varie inefficienze e, quindi, elaborare proposte per risolvere in concreto la questione. Questo nella consapevolezza che i cambi al vertice, se repentini e frequenti, hanno ricadute negative in termini di qualità del servizio e di performance aziendale”.
Per la Cisl Umbria infatti c’è un’emergenza regionale che necessita di risposte immediate. “L’emergenza è rappresentata in primo luogo dalle liste d’attesa – spiega Manzotti -, un ostacolo insormontabile per chi si trova nella condizione di doversi curare, sino a vedersi costretto a rinuciare, ma anche di chi si rivolge alla sanità pubblica per un controllo, per fare prevenzione”.
La risposta, per la Cisl Umbria, si trova nella sanità territoriale. “Ad oggi, anche in base alle informazioni fornite dal Ministero competente – continua Manzotti –, una risposta territoriale è pressoché inesistente. Le 26 case di comunità sono state solo individuate e, anche se sono a disposizione i fondi del Pnrr sanità, ancora non hanno trovato nè una concreta realizzazione nè una definizione delle figure professionali che saranno presenti in esse. Le conseguenze di questi ritardi, quindi, sono sotto gli occhi di tutti e si vedono negli ingolfamenti al pronto soccorso. Situazione, questa, che è insostenibile per chi ci lavora e per chi ci si reca con un problema in cerca di aiuto”.
La Cisl Umbria si rivolge alla Giunta regionale. “E' urgente – conclude il segretario generale Cisl Umbria – l'istituzione di un tavolo per affrontare le gravi criticità in essere e individuare un percorso che possa ridare agli umbri una sanità rispondente alle proprie esigenze e sempre più inclusiva. Il nostro auspicio è che si possa tornare ad essere, come in passato, ad essere una regione attrattiva, nella quale si sceglie di volersi curare. La questione - precisa Manzotti - investe anche l'organizzazione e la sicurezza. Altrimenti, se non saremo in grado di arginare il declino in essere, la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente non solo sul versante delle liste di attesa. Infatti, stiamo assistendo ad una preoccupante fuoriuscita di personale specializzato dal sistema pubblico che si riversa in altre regioni o nel settore privato. In tal modo si depaupera un patrimonio e si potrebbero avere anche ricadute in termini di qualità dei servizi offerti”.

 “Focus sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica. Ricerca, cura e impatto sociale” promosso dal Centro Unico di Formazione regionale e dall’Azienda Ospedaliera di Perugia. La SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) è una rara malattia degenerativa del sistema nervoso caratterizzata da una progressiva paralisi muscolare, espressione della sofferenza dei neuroni motori della corteccia cerebrale, del tronco encefalo e del midollo spinale. Anche se la conoscenza del ruolo dei fattori genetici, alla base dei differenti tipi di SLA, sta progressivamente aumentando, l’eziologia della malattia resta largamente sconosciuta. L’obiettivo del corso è fare il punto sulle conoscenze attuali inerenti a ricerca scientifica, terapie causali e sintomatiche, gestione ospedaliera e territoriale, con specialisti, operatori sanitari ospedalieri e territoriali coinvolti a vario titolo nella gestione della patologia. Ad aprire i lavori alla Sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni, sono stati i saluti istituzionali del direttore della Salute e Welfare, 

L’introduzione al convegno, moderato dalla dott.ssa Mara Fabrizio (referente PO Centro Unico di Formazione), è stata affidata alla dottoressa Teresa Anna Cantisani, coordinatore scientifico e Direttore della Struttura Complessa di Neurofisiopatologia dell’Azienda Ospedaliera di Perugia e alla professoressa Manuela Canali Luzi, docente universitaria che ha collaborato all’organizzazione dell’evento. “Su iniziativa di un caregiver – sottolinea la dott.ssa Cantisani - i membri del Centro di Riferimento Regionale SLA della Regione Umbria che ha sede presso la nostra Struttura e del Cochrane Neurological Sciences Field, hanno coinvolto studiosi provenienti da varie parti di Italia.  Tra i partecipanti al convegno, anche il prof. Adriano Chiò di Torino, uno dei maggiori esperti della malattia in campo internazionale e gli operatori sanitari delle varie discipline che in Umbria si occupano dei pazienti con SLA.  L’obiettivo condiviso è quello di migliorare le condizioni di salute e di vita di chi è affetto da una malattia che, se ad oggi è considerata inguaribile, non è affatto incurabile”.

La nota del consigliere regionale Pastorelli - “La fondazione Gimbe premia nuovamente l’Umbria: dagli studi svolti circa la resilienza dei servizi sanitari regionali nell'anno dello scoppio della pandemia, risulta infatti che la nostra regione è tra le prime in Italia per l’area della prevenzione. Le analisi – prosegue Pastorelli – sono state svolte a seguito della pubblicazione da parte del ministero della Salute del monitoraggio, con i nuovi criteri, della griglia Lea attraverso il nuovo sistema di garanzia che ha collocato l’Umbria tra le regioni italiane ad aver superato la soglia di sufficienza per quanto riguarda l'assistenza territoriale e ospedaliera e ad aver ottenuto un buon risultato circa la prevenzione. Dati scientifici, numeri esatti, a supporto di analisi approfondite che si contrappongono alle speculazioni politiche della sinistra e del PD sul tema della gestione sanitaria in Umbria e sottolineano l’importante lavoro svolto dell’assessore regionale Luca Coletto, in sinergia con aziende sanitarie e ospedaliere anche sul tema della prevenzione che rappresenta una sorta di importante ‘farmaco’”. “Fare buona prevenzione – rimarca il capogruppo di maggioranza - significa infatti prevenire l'insorgenza di condizioni patologiche, ridurre l'incidenza delle malattie e la mortalità, favorire il mantenimento del benessere e della qualità della vita, diminuire gli accessi in ospedale e nei pronto soccorso. Come Lega esprimiamo soddisfazione sia per i risultati raggiunti in Umbria nel contrasto alla pandemia e nell’area della prevenzione, premiati dal Ministero della Salute e dalla fondazione Gimbe, sia per quello che si sta facendo oggi per potenziare le performance diagnostiche e la risposta alle liste di attesa, un problema annoso esistente in Umbria da prima del 2019 e aggravatosi con lo scoppio della pandemia nella nostra regione come nel resto d’Italia. Il nuovo governo regionale di centrodestra sta lavorando alle criticità connesse alla vetustà dei macchinari presenti nei nosocomi umbri, un altro degli esempi dell’incapacità del Partito Democratico, per 50 anni alla guida della regione, di attuare politiche sanitarie lungimiranti indirizzate alla tutela della salute dei cittadini”.

Umbria sanità. La nota del consigliere regionale Fora -  "Il 2 novembre 2022 è stato sottoscritto il rinnovo del contratto nazionale di lavoro che prevede, per la prima volta, un’indennità aggiuntiva fissa per i lavoratori della sanità impiegati nei Pronto soccorso italiani, con un finanziamento specifico erogato a tale scopo dallo Stato centrale e poi ripartito tra tutte le regioni. All’Umbria sono stati assegnati per la copertura di tali oneri ben 789.256 euro". Lo evidenzia il consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) annunciando una interrogazione all'assessore alla Sanità, Luca Coletto, nella quale chiede “che fine abbiano fatto queste risorse”. "Il valore minimo previsto dal Ccnl per ciascun lavoratore – spiega Fora - è di 40 euro mensili, incrementabile in sede di tavolo tecnico e di trattativa tra la Regione e i sindacati per premiare chi tutti i giorni lavora nelle trincee della sanità pubblica. Nonostante i solleciti dei sindacati, da novembre ad oggi non c’è stata nessuna convocazione di tavoli tecnici o trattative specifiche con i sindacati da parte della Regione Umbria. Il 20 febbraio si è celebrata la giornata nazionale dei ‘camici bianchi’, per ricordare quei professionisti che quotidianamente con fatica, sacrificio, dedizione ed in contesto spesso carente di organizzazione e risorse umane, mettono la propria competenza ed umanità al servizio della cittadinanza e della salute di tutte le persone. Più che a parole questo ‘grazie’ corale andrebbe testimoniato con i fatti e con la dovuta attenzione anche nell’assegnare ad esempio somme non grandi come quelle sopra richiamate ma certamente utili, dimostrando attenzione e consapevolezza del sacrificio degli operatori sanitari. Per questo l'assessore Coletto deve spiegare i motivi dell’inerzia dimostrata in questi mesi e soprattutto se non ritenga opportuno e ragionevole erogare immediatamente o comunque nel più breve tempo possibile questo riconoscimento economico che spetta di diritto ai lavoratori dei Pronto soccorso dell’Umbria". 

ASSOCIAZIONE CONTRO IL CANCRO UMBRIA - “Acqua nel deserto”, così il presidente di Aucc, professor avvocato Giuseppe Caforio ha definito il Master di II livello in Cure palliative, intervenendo, nei giorni scorsi, anche in rappresentanza di “Umbria, insieme contro il cancro”, alla presentazione del corso, nell’Aula Magna del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Perugia, alla presenza delle massime autorità istituzionali. Il master è volto alla formazione di personale che si prende cura dei pazienti in fase avanzata e terminale della malattia ed è diretto dal professor Fausto Roila, presente all’incontro, insieme alla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei e, fra gli altri, al direttore del dipartimento di Medicina e Chirurgia, professor Vincenzo Nicola Talesa, del presidente in Medicina e Chirurgia professor Francesco Grignani, del direttore sanitario Usl Umbria 1 Massimo d’Angelo, del direttore dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, Giuseppe De Filippis, del presidente dell’Ordine dei Medici Perugia, Verena De Angelis. “Un corso - ha proseguito il presidente - che va a colmare un'esigenza molto forte sul territorio regionale e nazionale. Le cure palliative sono il grande tema della sanità di oggi”. Il presidente ha quindi evidenziato la forza e lo straordinario ruolo delle associazioni contro il cancro, definendole “il polso vivo” della realtà oncologica. E ha concluso il suo intervento evidenziando la  “discrasia” tra “domanda di assistenza sanitaria in ambito oncologico e disponibilità di risorse non tanto economiche, quanto umane”.

 

 

 

 

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