I consiglieri regionali di opposizione dell'Assemblea legislativa dell'Umbria Thomas De Luca (M5S) in qualità di primo firmatario, Simona Meloni, Tommaso Bori, Michele Bettarelli, Fabio Paparelli del gruppo PD, Vincenzo Bianconi e Donatella Porzi (Gruppo Misto) hanno annunciato la presentazione ufficiale della richiesta di indizione di un referendum popolare per l'abrogazione della legge 86/2024 recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”

A seguito di questa iniziativa ora l'Assemblea legislativa e la maggioranza di centrodestra dovrà esprimersi sulla proposta che se approvata vedrebbe la Regione Umbria tra le regioni promotrici del referendum per abrogare il cosiddetto decreto Calderoli sull'Autonomia differenziata.
L'articolo 75 della Costituzione prevede infatti che cinque consigli regionali possano richiedere l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge.
È innegabile che il dispositivo sull'autonomia differenziata così come recentemente approvato in Parlamento contraddica in realtà l’esigenza di un’autentica riforma in senso autonomistico. Al contrario la legge in questione altera l’equilibrio dei rapporti tra le regioni e tra le regioni e lo Stato, generando disparità e disuguaglianze.

La Regione Umbria, per la propria struttura demografica e le peculiari caratteristiche geografiche, è tra le regioni maggiormente a rischio che si troverà a dover gestire un territorio complesso con risorse ampiamente insufficienti. Competere in solitudine su materie di assoluto interesse strategico, finirà per penalizzare oltremodo una regione piccola rispetto a realtà maggiori.

Anche la Commissione Europea nello Staff Working Document che ha accompagnato le raccomandazioni specifiche per l’Italia il 19 giugno scorso ha evidenziato i pericoli e le carenze della legge soprattutto riguardo ai LEP (Livelli essenziali di prestazioni) che garantiscono solo livelli minimi di servizi e non riguardano tutti i settori, per questo aumenta esponenzialmente il rischio di generare disuguaglianze regionali. Inoltre l’attribuzione di poteri aggiuntivi alle regioni in modo differenziato aumenterebbe anche la complessità istituzionale, con il rischio di maggiori costi sia per le finanze pubbliche che per il settore privato.

Siamo convinti che lo sviluppo di modelli autonomistici non possa in alcun modo mettere in discussione i principi fondativi della Costituzione, quali l’unità e l’indivisibilità della Repubblica di cui all’art. 5 della Costituzione. Ogni riforma deve avvenire nel pieno rispetto dei principi di uguaglianza e solidarietà, senza pregiudizio al principio di coesione nazionale.

Invitiamo tutti i cittadini umbri a sostenere questa richiesta di referendum popolare, che ci vedrà coinvolti anche nella raccolta firme nelle prossime settimane, al fine di preservare l’integrità e l’equità del nostro sistema regionale e nazionale.

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