PERUGIA – No. E senza grazie. In Umbria monta la protesta per la trasformazione della E45 in autostrada. E così viene al mondo il coordinamento “No E45 autostrada”, aderente al nazionale “Stop Orte – Mestre”, per fermare l’opera. Come? Con una petizione, almeno per momento. Una raccolta firme “per sapere cosa ne pensano gli umbri di questo mostro, concepito e avallato nelle segrete stanze del potere”. A parlare è il coordinatore Marcello Teti. “Questa è un’opera dannosa, inutile e dal costo altissimo. Inoltre c’è un evidente gap democratico, visto che l’hanno approvata con una delibera della giunta regionale. E senza mai prevedere un consiglio comunale aperto, una discussione. Nulla”.

Alla conferenza stampa di presentazione, oltre a Teti, hanno preso parte la presidente di Legambiente Umbria Alessandra Paciotto, il Presidente dell'associazione “C.r.e.a. Perugia” Urbano Barelli, la portavoce dell'associazione “Per un'Umbria Migliore” Emanuela Arcaleni, il presidente del Circolo Primo Maggio Luigino Ciotti, il portavoce dell'associazione Salviamo il Paesaggio e del forum Nuova Mobilità Umbria Salvatore Vitale. Più il consigliere regionale in quota IdV Oliviero Dottorini e il consigliere comunale del Prc Emiliano Pampanelli. Perché al comitato, è stato sottolineato, non mancherà appoggio politico in questa battaglia per “fermare il mostro”. E da inizia da oggi la raccolta firme per la petizione popolare “Ferma opposizione alla trasformazione della E45 in autostrada e richiesta alla Regione ed ai Comuni interessati di avviare percorsi partecipativi con i cittadini e le associazioni dei territori coinvolti dal progetto”.

Una petizione per “colmare il difetto di partecipazione”. Peccato, sottolinea Dottorini, che la Regione non contempli la possibilità di una consultazione referendaria in proposito. Nel frattempo, parola di Barelli, “il pedaggio è certo che lo pagheremo tutti. L’Unione europea vieta di fatto qualsiasi forma di esenzione su base territoriale”. Anche perché, rincara l’esponente Idv, “è la seconda voce di finanziamento dell’opera”. Pari a “otto miliardi di euro”. Mica spiccioli. Opera che, hanno spiegato dal comitato, “non include il Nodo di Perugia”. Addio, quindi.

Il fronte del comitato “No E45 autostrada” è compatto. La battaglia, è il caso di dirlo, è alle porte. C’è da fermare un “mostro che sbudellerà non una, ma cinque regioni italiane, costerà 11 miliardi e ci presenterà un cantiere ogni 18 chilometri”. In conclusione: fermi tutti, questa è una protesta.

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