di Stefano Vinti.

L'Osservatorio nazionale sulla precarietà dell'INPS, ci informa che in Umbria, nel periodo gennaio-novembre del 2017,i contratti di lavoro a tempo indeterminato attivati sono stati 10.054, con un calo rispetto al 2016 dell'11,4% e rispetto al 2015 di ben il 48%.
Un dato assolutamente preoccupante,considerando inoltre, che per circa il 30% dei contratti la durata media è di meno di uno giorno e mezzo.
Infatti,la percentuale dei contratti a tempo indeterminato sul totale è in continua diminuzione, nei primi 11 mesi del 2017 questa percentuale è del 18,7%,piu' bassa della media nazionale che si attesta al 23,4%.
Questi dati confermano che alla scarsa quantità di lavoro si somma una bassa qualità del lavoro e l'aumento del lavoro precario.
Il 'declino dell'Umbria' si valuta,essenzialmente,sulla quantità e sulla qualità del lavoro, a cui è necessario rispondere anche con una nuova politica per l'occupazione, a livello nazionale come a livello regionale, ripristinando tutele e diritti e riducendo l'orario di lavoro, per 'lavorare meno e lavorare tutti'.

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