Umbria jazz 2017/ Il primo bilancio di un’edizione di successo
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PERUGIA – “Umbria Jazz rappresenta una nostra storia, importante, che ci riguarda, ci interessa e che vogliamo continuare ad accompagnare ancora per molti anni. Questo festival è per la nostra comunità, per Perugia e per l’Umbria, l’evento di maggior forza, sia per la sua qualità artistica e culturale, sia per capacità promozionale della nostra regione nel contesto nazionale ed internazionale”. E’ quanto ha affermato l’assessore regionale alla cultura, Fernanda Cecchini, intervenuta questa mattina, a Perugia, alla tradizionale conferenza stampa di chiusura di Umbria Jazz.
“Una edizione che – ha proseguito – si chiude con successo, pur in una situazione generale che permane difficile. Questo perché Umbria Jazz conserva la capacità di mettersi in sintonia con il pubblico, ed è questo uno degli elementi di forza del festival: riuscire ad esprimere sempre una grande qualità artistica. Un vero elemento di forza di questo evento. Per ciò che ci riguarda, come Regione abbiamo sempre sostenuto con forza e convinzione Umbria Jazz e continueremo a farlo perché siamo convinti delle sue straordinarie potenzialità, della sua qualità, dell’entusiasmo che questo evento suscita. Oltre al fatto che il festival rappresenta un fondamentale volano per il turismo e quindi per l’economia regionale. Per questo sento il dovere di ringraziare tutta l’organizzazione del festival, la Fondazione ed il direttore artistico, Carlo Pagnotta.”
Anche la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che non ha potuto partecipare alla conferenza stampa ha voluto ribadire l’importanza di Umbria Jazz: “Umbria Jazz – ha scritto in un suo post sul profilo facebook - è l'Umbria, è l'evento della musica, di una idea di città aperte e multiculturali come la cultura jazz esprime, è antesignano in Italia dei festival nelle piazze. La Regione Umbria possiede il marchio e sostiene convintamente Umbria Jazz...”.
L’assessore Cecchini ha poi sottolineato “la positiva collaborazione che si sta realizzando con la Cina e la presenza di Umbria Jazz in diverse ed importantissime città cinesi, da Pechino a Shangai. Ed in questa direzione va anche il recente incontro che abbiamo avuto con il vice Governatore della Provincia dello Shandong, con la quale è già da tempo in atto una importante collaborazione”.
“Vorrei cogliere poi questa circostanza – ha detto Cecchini - per ribadire il ringraziamento a tutti i parlamentari umbri che hanno saputo costruire all’interno del Parlamento una ampia maggioranza che ha consentito l’approvazione alla Camera della legge che riconosce il ruolo di Umbria Jazz quale evento culturale di livello nazionale ed internazionale ed assegna al festival un significativo contributo economico che contribuirà a garantire al festival maggiore certezza e possibilità di crescita facendoci guardare al suo futuro con fiducia, auspicando che anche il Senato approvi al più presto la legge per fare in modo che già per l’edizione 2018 possa essere operativa”.
Cecchini ha infine voluto ringraziare Umbria Jazz per il suo significativo e generoso impegno di solidarietà per le popolazioni colpite dal sisma.
Umbria jazz evento sempre più social: circa 2 milioni hanno seguito 60 eventi documentati dal vivo
Umbria jazz si conferma evento social. Circa 2 milioni sono stati infatti gli utenti che hanno visualizzato i contenuti dell'edizione 2017, con più di 60 eventi documentati dal vivo e raccontati dai canali del festival attraverso oltre 400 post, tweet e foto.
Su Facebook - è emerso dal bilancio a conclusione della rassegna - quasi 500 mila interazioni e 100 mila tra like e condivisioni, con la pagina ufficiale di Uj che ha raggiunto i 109.000 like. I video live hanno avuto quasi un milione di visualizzazioni con oltre 30 ore di diretta streaming.
Anche gli artisti hanno commentato, retwittato e condiviso contenuti sui propri canali social. Il sito internet www.umbriajazz.com ha fatto registrare circa 100 mila visite e 500 mila visualizzazioni.
Dopo il concerto di Renzo Arbore in piazza San Benedetto, Umbria jazz ha annunciato di "voler tornare" a Norcia. Sono stati poi sottolineati i legami stretti con la Cina che in autunno porteranno ad eventi di Umbria Jazz in quel grande Pese.
Umbria Jazz: «Calo? Invenzione dei media»
Una conferenza stampa a momenti anche polemica quella di stamani, con il patron Carlo Pagnotta che non ha perso l’occasione per smentire le voci di un calo di presenze al festival perugino che ha definito “una invenzione della stampa”, Presenti, oltre alla Cecchini, anche Gian Luca Laurenzi del cda delle Fondazione Umbria Jazz, il sindaco di Perugia Andrea Romizi, Pagnotta ha sòiegato : «Facendo la tara del concerto di Mika, che era un evento a sé stante, abbiamo venduto più o meno lo stesso numero di biglietti dello scorso anno. Però abbiamo speso 150 mila euro in meno. Quindi il bilancio è positivo».
Quanto alla sovrapposizione con il Festival di Spoleto, che tanto preoccupa la consigliera regionale Carla Casciari, Pagnotta ha poi liquidato la questione ricorrendo al suo consueto linguaggio colorito: le nostre – ha detto – sono fisse da tempo, mentre quelle di facendo notare che le date del festival perugino sono fisse, mentre quelle di Spoleto sono “flessibili come la pelle dei c…”. E comunque – ha aggiunto – il problema non è nostro, visto che “in una serata Umbria Jazz fa più spettatori dei Due Mondi”.
A chiudere la polemica ci ha provato la Cecchini, assicurando che la Regione farà comunque un tentativo per armonizzare le date, anche se, ha poi aggiunto, “Non credo sia questo il principale problema, visto che entrambi gli eventi sono andati benissimo”.
Per completezza di informazione, ecco comunque la nota intefrale diffusa dall’organizzazione in occasione dell’incontro con la stampa:
«Umbria Jazz 17 si conclude oggi e va in archivio un’edizione che ha dovuto affrontare situazioni nuove, certamente non esenti da problematiche. Nonostante questo, è da valutare con soddisfazione avere comunque incassato 700 mila euro, al netto del merchandising, come risultato dei 20 mila biglietti venduti. Non sono compresi in queste cifre i jazz lunch e jazz dinner. Il dato forse più sorprendente, ed assolutamente positivo, è che anche in assenza di un “fenomeno Mika’, UJ si conferma evento social. Circa 2 milioni gli utenti che hanno visualizzato i contenuti di UJ17 con più di 60 eventi documentati dal vivo e raccontati dai canali social di UJ attraverso oltre 400 post, tweet e foto. Su Facebook quasi 500 mila interazioni e 100 mila tra like e condivisioni, con la pagina ufficiale che ha raggiunto i 109 mila likes. I video live hanno avuto quasi un milione di visualizzazioni con oltre 30 ore di diretta streaming. Grande coinvolgimento anche degli artisti, che hanno commentato, retwittato e condiviso contenuti sui propri canali social. Il sito internet www.umbriajazz.com ha fatto registrare circa 100 mila visite e 500 mila visualizzazioni. Questi numeri sono tanto più soddisfacenti, anzi assolutamente straordinari, se si tiene conto, come sarebbe logico fare, che quest’anno il programma era sostanzialmente composto da artisti jazz. È un fatto che nessun altro festival o manifestazione in Italia, e probabilmente in Europa, riesca a raggiungere gli stessi risultati, sia nei concerti che nella Rete, con lo stesso programma. Da questo punto di vista Umbria Jazz è orgogliosa, ad esempio, di aver portato oltre 2.300 spettatori all’arena Santa Giuliana per ascoltare la leggenda Wayne Shorter. Il successo di un concerto così importante e difficile nello stesso tempo, è motivo di seria riflessione sul ruolo leader, sempre più forte, che il festival ricopre nel movimento jazzistico europeo e non solo. Ci piace sottolineare anche il successo, crescente rispetto allo scorso anno, dei concerti nella Galleria Nazionale dell’Umbria, la cui alta qualità musicale è stata perfettamente compresa da un pubblico attento e numeroso. Detto questo, Umbria Jazz continuerà a valutare la sostenibilità di grandi eventi, anche al di fuori del jazz ‘ortodosso’, per aggiungere altre star al suo già ricco percorso artistico. Del resto il concerto di ieri sera, Brian Wilson per i 50 anni di Pet Sounds, conferma una strategia artistica che fa parte del Dna del festival. In quanto principale festival popolare che si svolge in Umbria, caratterizzato da una formula che non ha termini di confronto in Italia (una manifestazione di dieci giorni diffusa nel centro storico di una città con una di 14 eventi al giorno all’aperto gratuiti ed una presenza di centinaia di migliaia di persone) Umbria Jazz ha inevitabilmente risentito, anche se non è facile quantificare in quale misura, dei provvedimenti adottati in materia di sicurezza. Misure obbligate e necessarie, delle quali ringraziamo il Prefetto ed il Questore, che hanno garantito sicurezza al pubblico, agli artisti, agli addetti ai lavori. Avendo più tempo a disposizione, rispetto a quest’anno, pensiamo che in futuro si potrà ragionare insieme per modellare ancora meglio queste misure sulla realtà del festival. Nel secondo weekend, comunque, Perugia mostra il suo consueto look durante Umbria Jazz. Umbria Jazz 17 chiude, ma solo per quest’anno, il capitolo Norcia che sarà ripreso con la stessa convinzione nel 2018. Ricordiamo sia il generoso concerto di Pat Metheny ad Assisi il 4 maggio che l’altrettanto generosa performance del nostro presidente, Renzo Arbore, e degli altri artisti italiani nel ‘prologo’ del week end 1-2 luglio in piazza San Benedetto. A Norcia Umbria Jazz vuole tornare. Non va inoltre dimenticato che durante il festival si sono stretti legami più forti con aree ed istituzioni della Cina che porteranno a manifestazioni ed eventi di Umbria Jazz in quel paese in autunno. La via della seta ora passa anche per la musica. Non va neanche dimenticato che proprio l’attività internazionale del festival nella promozione del jazz e della cultura italiana all’estero è uno dei punti fondamentali della legge, approvata alla Camera e presto in discussione al Senato, che riconosce a Umbria Jazz il ruolo di manifestazione di interesse nazionale
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