Situazione esplosiva alla Oma Tonti: i sindacati chiedono un confronto ad azienda e Comune di Foligno. Così si legge in un comunicato stampa diffuso ieri:
Circa cento posti di lavoro che rischiano di saltare in poche settimane, con il paradosso che a rischiare la disoccupazione sono persone che hanno spesso un contratto a tempo indeterminato: succede in Umbria e vittime di questa situazione sono decine di lavoratrici e lavoratori in somministrazione, assunti dalle agenzie interinali, ma comunque “espulsi” dal ciclo produttivo, per crisi aziendali o per ristrutturazioni. È il caso, ad esempio, della Oma Tonti di Foligno, dove, nonostante non si sia utilizzata neanche la cassa integrazione, l'azienda ha deciso la fuoriuscita di un numero significativo di somministrati entro dicembre 2020.
"Abbiamo chiesto di incontrare l'azienda ma ad oggi non abbiamo avuto risposte - spiegano Vanda Scarpelli (NIdil Cgil), Rocco Ricciarelli (Felsa Cisl) e Roberta Giovannini (Uil Temp) - È stato calendarizzato un incontro con una delle agenzie presenti nella fabbrica per fine settembre, ma in considerazione del ruolo dell'agenzia conosciamo i limiti stessi del loro intervento. Abbiamo anche chiesto e sollecitato un incontro con il sindaco di Foligno per avviare un confronto sulla situazione occupazionale allarmante di quel territorio, a partire dalle ricadute occupazionali delle scelte fatte dall'azienda Oma Tonti, ma anche in questo caso - continuano i sindacati - registriamo un silenzio assordante". I sindacati chiedono dunque "segnali di responsabilità”, tanto più ora che si sta discutendo delle risorse del Recovery Fund e degli aiuti per le imprese in difficoltà, per garantire l'occupazione. “Chiediamo - concludono le organizzazioni sindacali - che da subito si attivino strumenti di monitoraggio nel territorio e a livello regionale e da subito di inizi a ragionare di come tutelare anche chi avrebbe un contratto a tempo indeterminato, ma il lavoro non ce l’ha". 
 

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