Umbrialeft sostiene la lotta dei lavoratori della grande distribuzione
Oggi i lavoratori e le lavoratrici della grande distribuzione incroceranno le braccia.
Una protesta che non è legata solo ad aspetti salariali, anche se il salario è una delle rivendicazioni presenti nella piattaforma sindacale, e il rinnovo del contratto ormai scaduto da tre anni.
Lo sciopero riguarda i diritti negati dei lavoratori: ritmi incessanti, straordinari mal pagati, tempo del lavoro che sottrae sempre più spazio al tempo della vita.
Ma a nostro avviso è tutto un sistema economico e sociale che ha trasformato in peggio la vita associativa delle persone, sia che esse siano lavoratori o cittadini o entrambe le cose.
Questa rete commerciale, nata agli inizi degli anni ’60 nel West America, che si basa prevalentemente sull’insediamento di mega strutture su ampi spazi di territorio nelle periferie dei centri urbani, con una vastissima offerta commerciale, attrazioni ludiche e la presenza di punti di ristorazione, nonché cinematografiche, hanno provocato la depauperazione dei centri storiche, una crisi irreversibile di tutta una rete commerciale fatta di piccole attività, costituita anche da un alto e qualificato artigianato.
Questo modello di sviluppo ha inoltre determinato la chiusura di tante attività i cui esercenti sono finiti ad aumentare il numero dei disoccupati.
La situazione delle città è desolante. Chi si ricorda Perugia, in particolar modo Corso Vannucci, piena di persone che passeggiavano, che si incontravano, che facevano acquisti, che andavano a teatro o al cinema, che si faceva fatica a camminare per le masse di cittadini che si riversavano nel centro storico, non può che avere un senso di tristezza nel vedere sempre più spesso il centro cittadino frequentato da nostalgici di un tempo che fu (quando va bene). Molte attività hanno trasferito la loro sede, altre hanno chiuso del tutto, alcuni resistono coraggiosamente cercando di rinnovarsi senza dimenticare le loro tradizioni.
Ma questo sviluppo, caratterizzato da uno sfruttamento del lavoro malpagato e precario, è sotto gli occhi di tutti. E non è che uno degli aspetti che caratterizzano le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici. La precarietà e lo sfruttamento intenso è purtroppo uno stato di fatto.
Citando Luciano Gallino è una lotta di classe al rovescio, ovvero è una lotta dei più ricchi verso i più deboli e drammaticamente vinta, sia in termini materiali che culturali, dai primi.
Questo sciopero speriamo possa rappresentare un risveglio che porti a delle altre lotti per ricondurre il dibattito politico verso una giusta e doverosa direzione, che è quella di considerare il lavoro come una necessità per l’emancipazione intellettuale e per il soddisfacimento dei bisogni primari di tutti i lavoratori. E di tutti gli esseri umani.
Per fare questo la politica deve fare la sua parte mettendo al centro dei propri obiettivi la ricostruzione di una massa critica costituita dai soggetti sociali più prossimi alla trasformazione.
Le sinistra e le forze sociali devono mettere al centro delle loro battaglie la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Come diceva keynes: “il tempo del lavoro e delle rose”. Nel senso che dobbiamo dare lo stesso valore ai bisogni materiali ed a quelli immateriali.
Per questo motivi Umabrialeft è vicina alle maestranze che oggi con coraggio rivendicano i propri diritti.
Attilio Gambacorta
Associazione culturale Umbrialeft
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