(Avi News) – TERNI  – “Vi sono i presupposti storici, culturali, legali e i tempi utili affinché la Provincia di Rieti venga accorpata a quella di Terni, così da garantire la sopravvivenza di quest’ultima all’interno dell’Umbria, regione che verrebbe, così, ad avere oltre un milione di abitanti, maggiore estensione e peso politico”. È quanto emerso dal convegno dal titolo “Terni e Rieti: le ragioni per un territorio” promosso a Terni, dalla Uil provinciale, svoltosi ieri, giovedì 15 ottobre. Al partecipato confronto, moderato da Claudio Bendini, segretario confederale di Uil Umbria, e a cui ha preso parte Gino Venturi, segretario provinciale di Uil Terni, sono intervenuti anche Marino Formichetti e Gianluca Formichetti, rispettivamente presidente e responsabile legale del comitato “Terni-Rieti in Umbria”, Gianfranco Paris, storico e giornalista, e Stefano Villamena, docente di diritto amministrativo dell’Università degli Studi di Macerata.

“L’accorpamento di Rieti nella Provincia di Terni, in Umbria – ha commentato il reatino Marino Formichetti -, è un progetto che conviene alle due Province, perché altrimenti entrambe subirebbero la soppressione, e all’intero territorio regionale, perché ciò darebbe ulteriore forza all’Umbria, alla luce di un possibile riordino delle Regioni, che ne minaccerebbe la sua stessa esistenza”.

“A Terni non è tanto l’eliminazione dell’ente provinciale che ci preoccupa – ha affermato poi Venturi -, quanto ciò che tale decisione comporterebbe. In particolare, la soppressione delle direzioni periferiche dello Stato, come prefettura, questura e direzioni delle agenzie. Sarebbe sicuramente un grave impoverimento per la città ma, come ha spiegato anche Formichetti, avrebbe conseguenze sulla stessa esistenza dell’Umbria”.

La nuova Provincia con capoluogo Terni, che sorgerebbe se andasse in porto il progetto, conterebbe circa 400mila abitanti, un territorio di quasi 5mila chilometri quadrati e 106 Comuni. A livello regionale, tale accorpamento, inoltre, permetterebbe la ricostituzione dell’originale territorio della Provincia dell’Umbria, ente che nasce, a seguito dell’Unità d’Italia, per effetto del decreto Pepoli del 13 dicembre 1860.

È solamente nel 1927, infatti, che vedranno la luce le successive Provincie di Rieti (nel 1923 viene accorpata alla Provincia di Roma) e Terni. “Tra le due città – ha affermato Marino Formichetti - vi è una vicinanza non solo geografica. Abbiamo, infatti, tradizione, cultura e progetti comuni, che insieme potremmo sviluppare con più efficacia ed efficienza”.

Apertosi con l’analisi delle affinità e delle radici comuni esistenti tra i due territori, il convegno si è poi incentrato sulla fattibilità tecnica del progetto. “Il provvedimento del Governo, in merito alla riduzione del numero delle Province - ha spiegato Bendini -, non è ancora definitivo e ha un iter burocratico ancora lungo. Riteniamo, perciò, che vi siano ancora i presupposti per cercare di modificarlo”.

“In effetti – ha quindi approfondito il tema il professore Villamena –, vi sono i tempi tecnici per permettere l’inglobamento di Rieti nella Provincia di Terni. È, però, essenziale la volontà politica dei due enti provinciali interessati e la volontà popolare dei cittadini. Occorre, inoltre, che il Governo, il presidente della Repubblica, l’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte suprema di Cassazione si muovano in tempi abbastanza rapidi per accertare la legittimità di quanto si sta facendo. Da questo punto di vista, credo, però, che non ci dovrebbero essere problemi”.

Alla luce di ciò, il comitato “Terni-Rieti in Umbria” ha già fatto passi concreti promuovendo la raccolta di firme necessarie per avanzare la proposta referendaria in merito e sollecitando le istituzioni locali per impegnarsi in questo senso.

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