Ue/ Riforma Pac: tagli dell'89% per le imprese umbre di tabacco e grano duro
ROMA - La Pianura padana rischia di perdere il 62% degli aiuti comunitari nei settori lattiero-casearie, prati e mais e quindi prosciutti e grana a denominazione. Non va meglio per gli allevamenti della pianura veronese dove il taglio e' del 72%, che diventa dell'89% per le imprese umbre di tabacco e grano duro.
Sono gli effetti della riforma Pac per l'Italia, tracciati oggi in un convegno promosso dalla Coldiretti. ''E' una partita tutta a perdere - afferma Sergio Marini, presidente della confederazione agricola - bisogna vedere di quanto; e' una riforma che va contro l'agricoltura, fuori dal tempo che non incentiva ne' produzione ne' l'ambiente, ma aiuta solamente a spopolare le nostre campagne e, alla luce delle tragedie della Liguria, non e' certo quello che serve''. Secondo l'analisi di Angelo Frascarelli, docente di economia e Politica agraria dell'Universita' di Perugia, i settori piu' penalizzati dalla Pac sono tabacco, pomodoro agrumi, latte, zootecnia intensiva, olivo, riso, grano duro e mais; i favoriti, invece, vigneti, orticole, patate, frutta, vivai, zootecnia estensiva, foraggere leguminose e, grano tenero, orzo e cerali minori. Per quanto riguarda la collocazione geografica, ad avere la peggio sono le aziende della pianura padana (l'aiuto passa da 1.050 euro ad ettaro a 400 euro), a vantaggio di quelle montane; se in Sardegna gli aiuti per le ovinocaprine crescono del 131%, nelle Alpi del 94%.
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