FOLIGNO - Una voce femminile intona il canto, un canto antico come le terre da cui proviene, e l'Auditorium San Domenico, gremito, trattiene il respiro. L'emozione, da qui in poi, non avrà più confini, né di tempo, né di spazio. Ha preso avvio così, annunciando il successo che poi è stato, “Quattro paesaggi italiani”, il concerto sinfonico corale dedicato alle vittime dei terremoti 1997-2017. Progetto nato da un'idea di Orchestra Sinfonica Abruzzese e Amici della Musica di Foligno, ha coinvolto le quattro regioni sorelle Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria unite dal comune destino di vivere un territorio bellissimo, denso di arte, storia, cultura, ma soggetto a forti eventi sismici.

Ed è stato un atto d'amore, un affresco della memoria, un polittico - come lo hanno definito Luisa Prayer e Marco Scolastra, direttori artistici rispettivamente di Sinfonica Abruzzese e Amici Musica Foligno - affidato a quattro importanti compositori italiani. “Un programma che ambisce a qualcosa di speciale – ha commentato la Prayer in apertura –. Commissionando questa suite a quattro compositori delle regioni colpite dal terremoto, abbiamo voluto unire le tradizioni di questi luoghi, la loro storia e memoria alla contemporaneità. E soprattutto allo slancio verso il futuro. La suite è un'opera nuova che vive su un contrasto forte e affascinante”.

E i “paesaggi” si sono succeduti, in prima esecuzione assoluta, affidati all'Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta da Ulrich Windfuhr, che ha eseguito Pdt di Marcello Filotei (Marche), Sospeso senza tempo di Lucio Gregoretti (Lazio), E lë tiènghë nu saluto da mannaghe di Andrea Manzoli (Abruzzo), Passaggio al bosco di Riccardo Panfili (Umbria). Con la musica a raccontare, lirica, a tratti stridente, lieve o sconvolgente come solo l'imprevedibilità della vita sa essere, la possibilità di un domani, alimentata dal canovaccio delle radici e della storia. Di grande suggestione e originalità il fatto che ogni compositore si sia infatti dovuto ispirare ad un motivo tradizionale, al saltarello di Amatrice, ai canti della Valnerina, agli stornelli marchigiani, ai dispetti della tradizione abruzzese. Risonanze dell'anima affidate ad alcune voci soliste accompagnate dall’organetto e dalla fisarmonica di Stefano de Dominicis. In apertura di ogni brano. Senza soluzione di continuità.

Ed è stata davvero una serata speciale come anche ha sottolineato il sindaco di Foligno Nando Mismetti nel saluto: “Quello che tra pochissimo ci aspetta è un evento straordinario. C'è anche il fatto che per noi umbri, per il nostro Comune, l'appuntamento segna pure l'apertura dei venti anni dal sisma del 1997. E quel che ci sta a cuore non è soltanto ricordare la grande ondata di solidarietà e segnarne la memoria, ma testimoniare lo slancio di fiducia che ci ha guidato sin qui. Possiamo dire di avercela fatta, guidati tutto il tempo da una forte idea di progetto e dalle energie di tutta la comunità”.

Grandiosa e potente la seconda parte del concerto con la splendida Messa di Gloria a 4 voci di Giacomo Puccini. Un abbraccio coinvolgente, uno slancio verso il domani che ha visto l'orchestra affiancata dai cori delle tre regioni, il Coro Cantori di Assisi, il Coro dell’Accademia di Pescara, il Coro Polifonico “Città di Tolentino”, diretti rispettivamente dai Maestri Gabriella Rossi, Pasquale Veleno e Aldo Cicconofri, e le voci di tre importanti cantanti lirici del Lazio: il tenore Luciano gancio, australiano ma abruzzese di origine, due voci in rappresentanza del Lazio, il baritono Giovanni Meoni e il bassoMassimiliano Fiorini.

Il concerto è stato sostenuto da Comune di Foligno, Comune di L’Aquila, Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Mibact. “Abbiamo accolto con entusiasmo l'invito a far parte di questo progetto per ricordare le vittime dei terremoti 1997-2017 – ha dichiarato il Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno Gaudenzio Bartolini -. Lo vivo come una preghiera, ma anche come un monito, un'occasione utile a far riflettere tutti noi sui comportamenti virtuosi che soli riescono ad arginare la forza devastante di imprevedibili eventi sismici.”

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