di Tonino Bucci

“Quest'estate pensate solo a divertirvi”, recita la pubblicità di un noto marchio automobilistico. Più che una promessa, una minaccia. O, meglio, un'ingiunzione a distrarsi e a girare alla larga dai problemi durante le vacanze. In cima alla classifica dei desideri non è consentito altro che un'automobile dal profilo giovane e accattivante, parcheggiata – manco a dirlo – su una spiaggia bianca e deserta. In tempi di crisi bisogna consumare, anzi si deve, a costo di imporlo – simbolicamente parlando. Non che si debba vietare di godere – scriveva qualche anno fa il filosofo Slavoj Zizek in Leggere Lacan - solo che andrebbe alleviata la pressione di doverlo fare. «Godere non è questione di assecondare le proprie tendenze spontanee; è, piuttosto, qualcosa che mettiamo in pratica come una sorta di strano e distorto dovere etico».

Le vacanze che dovrebbero rappresentare il godimento per eccellenza del tempo libero, possono invece generare ansia da prestazione, secondo lo studio condotto lo scorso mese da una società, l'Hrd training group, su un piccolo campione. Il 37 per cento degli intervistati le ritiene soltanto fattore di stress e rinuncia in partenza a pianificarle. Il divertimento, più che una valvola di sfogo, si rivela un'obbligo sociale che provocherebbe inadeguatezza personale. L'estate in corso è il primo vero test riguardo agli effetti della crisi sul fenomeno sociologico del turismo di massa. Le indagini statistiche ci daranno una misura quantitativa di come cambiano – se stanno cambiando – le abitudini degli italiani in fatto di vacanze. Ma già al momento qualche studio di settore è in grado di far emergere una diversa percezione culturale delle ferie, che rimangono sì quel comportamento ritualizzato che sono sempre state nelle società occidentali di massa dal Novecento a oggi, e tuttavia a fatica possono essere identificate, nella maggioranza dei casi, come un'esperienza di spensieratezza. L'insicurezza del reddito in ampie fasce sociali colpite dalla crisi economica trasforma le vacanze in un dovere da assolvere. La preoccupazione di non potersi permettere gli standard convenzionali che misurano lo status symbol del turista (l'albergo anziché il campeggio, il ristorante anziché il pranzo sacco) generano un senso di inadeguatezza personale o di frustrazione – che, secondo lo studio citato prima, sarebbe il motivo principale della rinuncia alle vacanze, all'incirca il sessanta per cento dei casi.

Implicazioni sociologiche a parte, i segnali di crisi economica del settore turistico ci sono, eccome. Un paio di settimane fa, il Codacons, un'associazione per la difesa dei consumatori, ha pubblicato una stima secondo la quale, quest'estate, un italiano su due resterebbe a casa (http://www.codacons.it/articoli/lo_stress_colpa_della_rinuncia_alla_vaca...). A partire, invece, saranno oltre 27 milioni (il 46,1 per cento della popolazione italiana), ma l'ottanta per cento di loro ridurrà comunque i giorni di villeggiatura per far quadrare il bilancio. «Oltre 10 milioni di famiglie taglieranno il numero di giorni di villeggiatura rispetto agli anni passati. Chi prima poteva permettersi tra i 12 e i 15 giorni di vacanza in Italia o all'estero, nel 2012 non supererà i 10 giorni. Chi prima si regalava 9/10 giorni di villeggiatura, quest'anno ridurrà i giorni di vacanza a 7». L'aggravio delle spese che si devono sostenere ammonterebbe, a parità di offerta, al quindici per cento in più rispetto allo scorso anno. I rincari riguardano tutti i settori, dai trasporti agli alimentari, dalla ristorazione agli stabilimenti balneari, dagli alberghi agli appartamenti in affitto. A causa della crisi, il 44% degli italiani avrebbe deciso così di rinunciare alle vacanze estive, che tradotto in termini assoluti significa due milioni e mezzo di persone in più rispetto al 2011. E poi non va dimenticato che quella del turismo di massa è un'industria globalizzata. Chi offre prezzi più competitivi (leggi: al ribasso) per pacchetti “tutto compreso" sono Grecia, Spagna e Croazia.

Le previsioni allarmistiche vengono confermate anche dalla consueta indagine estiva del centro studi Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi, aderente a Confcommercio. Secondo questa ricerca il 2012 si confermerebbe come l'annus horribilis del turismo. L'Italia starebbe tornando ai livelli di quindici anni fa. «Negli ultimi cinque anni sono stati cancellati 41 milioni di viaggi e 195 milioni di giornate di vacanza. I “guai” del turismo sono legati fondamentalmente a: continuo crescere del numero degli italiani che non si concedono neanche un giorno di vacanza; alla propensione per alcune categorie sociali (operai, autonomi, pensionati) e fasce di popolazione (anziani) a tornare agli stessi livelli di vacanza degli anni ’90; ad una stagionalità della domanda in aumento anziché in diminuzione.

A fronte di oltre 17 milioni di italiani che nella media trimestrale del 2008 avevano fatto almeno un viaggio, oggi se ne contano solo 12,7 milioni, cioè 4,5 milioni di turisti di media in meno per trimestre» (http://www.fipe.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1826:tur...). Diminuiscono le vacanze brevi spalmate durante l'intero corso dell'anno e, di conseguenza, si assiste al ritorno della vacanza unica estiva in pieno stile anni Settanta. Nel Sud il turismo di massa attecchisce di meno, vuoi per i morsi della crisi, vuoi per un diverso contesto culturale. La quota trimestrale di coloro che viaggiano per vacanza è in media del 12,2% a fronte del 26,1% del nord e del 23,6% del centro.

Nel complesso, gli italiani che da luglio a settembre di quest'anno viaggeranno per turismo saranno – secondo l'indagine della Fipe – circa 25 milioni, mentre nel 2008 erano 29 milioni (un calo dal 48 al 40 per cento della popolazione). E appunto è la situazione del turismo degli italiani a destare le maggiori preoccupazioni anche in considerazione del fatto che i nostri flussi turistici sono per oltre il 70% di origine interna.

«Quarantuno milioni di viaggi e 195 milioni di notti sono i tagli che la crisi ha fatto sulle vacanze degli italiani. Il numero medio di residenti che viaggia per vacanza è sceso di quattro milioni e mezzo di unità a trimestre facendo si che il turismo degli italiani tornasse sui livelli di quindici anni fa». Tutta la filiera avrebbe di che preoccuparsi visto che per il settanta per cento i flussi turistici nel nostro paese sono di origine interna e solo per il restante trenta per cento provengono da oltreconfine. La stagione si preannuncia, insomma, come la più fiacca da quindici anni a questa parte. Tra il 2008 e il 2012 la flessione del numero dei viaggi tocca i 38 punti percentuali, con una variazione in valori assoluti da 107 a 66 milioni. Nello stesso arco di tempo le presenze scenderanno da 644.097 a 449.793 (questi e altri dati si possono consultare su http://www.fipe.it/files/ricerche/2012/20-07-12LE_VACANZE_DEGLI_ITALIANI... ).

La contrazione economica della domanda sta però innescando trasformazioni più profonde nella dimensione sociologica del fenomeno. Il consumo turistico cambia. Il numero dei viaggi annuali pro-capite, ad esempio, è in diminuzione. Oggi siamo scesi alla media di 1,1 viaggi pro-capite, il valore più basso dal '98 a oggi (solo quattro anni fa era all'uno virgola otto). Se negli anni Novanta gli stili di consumo spingevano gli italiani a frammentare le vacanze durante l'intero corso dell'anno, oggi si verifica una sorta di ritorno al passato, al modello della “monovacanza” estiva, di preferenza al mare, esattamente come negli anni Settanta. La villeggiatura si fa unica, ma si accorcia anche. Una tendenza che verrebbe confermata anche da uno studio della società di consulenza turistica Jfc (http://www.panoramaturismo.com/), in linea nel prevedere un calo di fatturati e presenze. Anche nelle località balneari mancherà all'appello, rispetto allo scorso anno, una quota di turisti oscillante tra il 6 e il 9 per cento. I cali maggiori di presenze sono previsti in Costa Smeralda e nel Sulcis-Iglesiente in Sardegna, nella costa settentrionale della Toscana, nel Lazio, nel nord della Campania, sulla costa ionica e in alcuni tratti di Abruzzo e Molise. Gli unici dati in controtendenza riguarderebbero le località adriatiche della Puglia e la Sicilia. Il fatturato dovrebbe calare del 12-15 per cento, in alcune località anche del 28 per cento. Secondo il rapporto Jfc sulla vacanza al mare 2012 ogni italiano spenderà in media 574 euro anziché 644 come nel 2011 (l'11 per cento in meno). Il taglio riguarderà soprattutto le spese extra e quelle per l'alloggio. Non c'è da farsi illusione. Se il budget dei turisti dimagrisce, i prezzi dei servizi non solo non calano, ma aumentano. Salgono le tariffe di alberghi, campeggi, villaggi turistici, viaggi aerei e pacchetti all inclusive. Per una notte in albergo a Porto Cervo, secondo un'indagine Codacons, si può arrivare a sborsare 405 euro, seguita dalle località toscane come Forte dei Marmi, Viareggio e Isola d’Elba. Spiccano anche le eccellenze di Campania e Liguria, come Capri (295 euro a notte) e Santa Margherita Ligure (264 euro a notte). A parità di offerta, la stessa vacanza del 2011 costerebbe quest'anno il 4,3 per cento in più, ma c'è chi – come Codacons – si spinge a ipotizzare un aumento del quindici per cento.

Vacanze low cost e webturismo

Di fronte alla crisi si diffondono nuovi stili di consumo turistici, si diceva. Torna la mono-vacanza in stile anni Settanta e i dati confermerebbero che gli italiani fanno in media un solo viaggio all'anno. Si modifica però anche l'abitudine a pianificare la vacanza con largo tempo in anticipo. Il fenomeno della villeggiatura che negli anni Settanta si ripeteva ogni estate, come da programma, sempre nella stessa località, oggi è più che raro. Il turismo degli italiani si sta integrando, da questo punto di vista, nell'epoca del web 2.0. Fino all'ultimo momento si preferisce l'offerta last minute più conveniente possibile, indifferentemente (o quasi) dalla meta del pacchetto che si finisce per scegliere, mar Rosso o Portogallo fa lo stesso. E' lo stile low cost e dell'ultimo momento. Con un po' di buona volontà su internet si può organizzare un viaggio dalla A alla Z. Negli ultimi anni si sono moltiplicati siti e travel-blog che propongono scambi casa, passaggi in autostop, voli last second e pacchetti alberghieri all'ultimo istante.

Skyscanner, per esempio, è un sito che confronta automaticamente le tariffe last minute delle compagnie aeree e consente di prenotare quella più conveniente. A volte si può risparmiare fino al cinquanta per cento, almeno per le destinazioni più richieste come Parigi o New York – con qualche precauzione, perché a volte alle tariffe vanno aggiunti costi “nascosti”, come tasse amministrative, assicurazione o supplementi extra per carico bagaglio. Si può scegliere anche di viaggiare in auto. Basta registrarsi su un sito come RoadSharing.com, indicare la meta del viaggio e attendere che un altro utente offra un passaggio in auto per quel tratto, dividendo i costi. Anche sull'alloggio il web permette strategie di risparmio. Non mancano i siti sui quali è possibile scambiarsi la casa (nello stesso periodo o anche in periodi diversi) o il camper. Scambiocasa.it che offre questo servizio, conta circa duemila iscritti. La scelta all'ultimo momento non significa però affidarsi alla buona sorte. Social network, blog e forum danno al turista 2.0 la possibilità di leggere i commenti di chi si è già recato in viaggio nella meta desiderata e ha frequentato un certo albergo o un certo campeggio o un certo ristorante. Se in passato ci si rivolgeva all'agenzia di viaggio o al tour operator per pianificare la propria vacanza, oggi ci si affida sempre più al web. Non è un caso che oltre all'immancabile facebook e ai vari forum più o meno specializzati, sul mondo degli smartphone sia tutto un proliferare di app dedicati ai viaggi. E anche su internet la competizione è agguerritissima. Siti come tripadvisor.it o letsbonus - per citare solo due casi - si contendono gli internauti a suon di pacchetti turistici a prezzi scontati, dal pasto completo in ristorante al soggiorno a Ischia. Una competizione sempre più spinta che ormai si gioca a tutto campo ed usa tutte le forme di promozione pubblicitaria, dagli sms alle mail.

Fonte: controlacrisi.org

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