La querelle tra Guarducci e Cucinelli sulla “natura” e sulle vocazioni turistiche dell’Umbria la dice lunga sulla confusione e sul caos che regna nella gestione di un comparto di vitale importanza per la nostra regione.
Sono anni ormai che il comparto turistico umbro è abbandonato a se stesso, senza alcuna linea guida, senza alcuna indicazione che lo caratterizzi e lo faccia riconoscere.

Continuare a dibattere tra la scelta di un turismo d’elite ed uno di massa e non invece su “quello umbro” contribuisce a far perdere posizioni fondamentali in un mercato straordinariamente competitivo.
L’Umbria non ha bisogno né di profeti e neppure di “guru” ma di politici avveduti e con qualche idea che non utilizzino le idee per il turismo per promozioni personali e di parte.

Condividi