Il presidente Mencaroni parla di “provvedimento iniquo” e annuncia come "gli albergatori non hanno nessuna intenzione di svolgere il ruolo di sostituti d'imposta, per di più gratis e con il rischio di dover provvedere di tasca propria alla tassa nel caso il turista si rifiuti di pagarla, come è già successo in qualche caso a Venezia”.

PERUGIA - "Nonostante le assicurazioni in senso contrario della presidente della Giunta regionale dell'Umbria, Catiuscia Marini, dell'assessore regionale al turismo, Fabrizio Bracco e dello stesso sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, si torna a parlare con sempre maggiore insistenza dell'applicazione della tassa di soggiorno, come risorsa 'strategica' per ripianare i conti dei Comuni". Giorgio Mencaroni, presidente Federalberghi dell'Umbria, ribadisce il netto no della categoria all'ipotesi di introduzione della tassa di soggiorno nei Comuni umbri e minaccia lo stato di agitazione delle imprese ricettive.

"E' insensato paragonare l'attrattivita' delle citta' umbre, anche di Perugia capoluogo, con poli turistici come Roma, Firenze o Venezia - afferma Mencaroni -, dove l'introduzione della tassa di soggiorno non avra' presumibilmente conseguenze rilevanti sul movimento turistico e dove l'incidenza percentuale della tassa sul costo delle camere e' certamente minore. Le nostre citta' invece, se decidessero l'applicazione di questo balzello, risulteranno realisticamente assai meno competitive rispetto ad analoghe realta' che abbiano fatto scelte diverse. Con l'ulteriore rischio, se alcuni Comuni dovessero adottare questa misura, di proporre ai turisti un'Umbria a macchia di leopardo sul fronte dei prezzi, con strutture magari vicinissime costrette a subire la concorrenza di chi non e' tenuto ad applicare la tassa di soggiorno solo perche' attivo in un altro Comune".

Mencaroni parla, quindi, di "provvedimento iniquo" e annuncia come "gli albergatori non hanno nessuna intenzione di svolgere il ruolo di sostituti d'imposta, per di piu' gratis e con il rischio di dover provvedere di tasca propria alla tassa nel caso il turista si rifiuti di pagarla, come e' gia' successo in qualche caso a Venezia".

"A Boccali e agli altri sindaci umbri vorrei inoltre ricordare - aggiunge Mencaroni -, che la legge che introduce la possibilita' di istituire l'imposta di soggiorno si riferisce a 'tutte' le strutture ricettive, senza distinzione tra strutture di serie A e di serie B, e che il relativo gettito dovrebbe essere destinato, nel caso, a finanziare interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle stesse strutture ricettive".
 

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