Dopo il confronto tra gli Uffici legislativi del Consiglio e della Giunta regionale, il testo unico in materia di artigianato è ormai in dirittura d'arrivo. A comunicare alla Seconda Commissione lo stato dell'arte dell'atto adottato dall'Esecutivo di Palazzo Donini, che riassume di fatto in un'unica legge almeno sei normative precedenti, a partire dal vecchio testo unico dell'artigianato del 1990 fino all'ultima disciplina per le estetiste del 2009, è stato nuovamente il dirigente regionale (assessorato Sviluppo economico) Luigi Rossetti.

 

“Ci troviamo di fronte ad un quadro di sostanziale coerenza rispetto alle aspettative – ha detto Rossetti - e alle norme della legge regionale 8 sulla Semplificazione. Viene confermato sostanzialmente quell'impianto complessivo che vuole avere in questo innovativo strumento di normazione, che avrà effetti sulle imprese e sui cittadini, ma anche sulla pubblica amministrazione, una prospettiva di chiarezza, di conformità alle norme e di sviluppo soprattutto del settore artigiano, in una logica coerente anche con le opportune verifiche e con le necessarie attività che fanno riferimento allo 'small business act'”.

 

Attraverso questo atto, l'intera normativa regionale sull'artigianato viene semplificata e resa più leggibile e riassunta in un testo unico di soli 55 articoli, l'ultimo dei quali abroga dieci leggi preesistenti e cancella molti articoli e commi di norme ormai superflue, confermando tutte le parti essenziali della legislazione accumulatasi in Umbria negli ultimi 22 anni, a partire dagli strumenti di crescita del settore. Vengono fatte, in sostanza, scelte essenziali, come la decisione di ricondurre tutte le disposizioni normative in un quadro di coerenze facilmente leggibili e tutte le risorse finanziarie, prima disperse in tanti capitoli di bilancio, in un unico fondo dal quale attingere con due sole destinazioni, spese correnti e spese per investimenti.

 

Fra le novità più importanti, frutto anche delle semplificazioni introdotte di recente a livello nazionale, la possibilità concreta di aprire una nuova attività artigianale solo con una comunicazione alla Camera di Commercio. Molti gli organismi aboliti. Una sola commissione regionale di cinque membri, non retribuiti, sostituirà due commissioni provinciali. Tutte le funzioni autorizzative e di controllo faranno capo a tre soli enti: Regione, Comuni e Camere di Commercio. Verranno ridotte anche le norme sui marchi di qualità ed avranno invece un ruolo molto importante le agenzie per le imprese, con funzioni di sussidiarietà; mentre ai fini del nuovo apprendistato giovanile viene valorizzata la figura del maestro artigiano, inteso come soggetto incaricato di trasmettere saperi artistici, ad esempio come nel mondo della ceramica o della lavorazione dell'oro. Attenzione particolare è stata dedicata al mondo degli acconciatori e degli estetisti: sarà possibile aprire nuove attività con la semplice presentazione di una pratica Scia, ma verranno intensificati controlli ai fini di reprimere l'abusivismo in queste professioni.

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