Troppi carcerati e poche guardie: gli atti non sono belli!
Si è tenuto presso l’Aula Formazione della Corte d’Appello un incontro per fare il punto sulla situazione degli istituti penitenziari umbri. L’evento, organizzato dal Procuratore Generale e dai Procuratori del Distretto, ha visto la partecipazione dei Direttori e dei Comandanti della Polizia Penitenziaria, oltre ai vertici dell’Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Perugia.
Il sovraffollamento, la carenza di personale e la gestione dei detenuti con problemi di tossicodipendenza e disturbi psichiatrici sono state le principali questioni affrontate durante l’incontro. I dati raccolti recentemente mostrano un persistente sovrannumero di detenuti rispetto alla capienza regolamentare degli istituti penitenziari umbri. Questo problema è particolarmente grave negli istituti di Perugia e Terni, dove i tassi di sovraffollamento superano rispettivamente il 44% e il 33%. Anche gli istituti di Spoleto e Orvieto presentano tassi di sovraffollamento, sebbene meno marcati. La percentuale di detenuti stranieri è elevata, pari al 31% del totale.
Il personale penitenziario continua a fronteggiare difficoltà significative. In particolare, è stata segnalata una carenza di organico nel Corpo di Polizia Penitenziaria, con criticità maggiori a Perugia e Terni. I casi di autolesionismo, tentati suicidi e aggressioni non sono aumentati ma rimangono elevati. Recentemente è stato registrato un caso di suicidio.
Un tema centrale dell’incontro è stato l’alto numero di detenuti con problemi di tossicodipendenza e disturbi psichiatrici. Tra i 1604 detenuti nelle carceri umbre, il 28% soffre di tossicodipendenza, con punte superiori al 50% negli istituti di Orvieto e circa il 47% a Perugia. Inoltre, il 14% dei detenuti presenta patologie psichiatriche. A fine luglio, è stato firmato un Protocollo d’Intesa tra uffici giudiziari e Asl competenti per l’applicazione di misure di sicurezza e il trattamento dei detenuti affetti da tali patologie. Il protocollo prevede una stretta collaborazione tra autorità giudiziaria e servizi sanitari, con criteri organizzativi mirati a favorire il trattamento terapeutico e riabilitativo rispetto alla detenzione. Si punta a personalizzare i progetti terapeutici e ridurre le detenzioni.
Nonostante le sollecitazioni della Corte Costituzionale, le Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems) non sono state ancora realizzate in Umbria. Questo rappresenta un problema significativo per il trattamento dei detenuti con patologie psichiatriche.
Infine, l’incontro ha discusso anche le possibili implicazioni della recente legge penitenziaria di agosto, che potrebbe non essere sufficiente a risolvere i problemi strutturali e di lungo termine del sistema carcerario italiano.
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