TERNI - Sono passati solo pochi mesi da quando abbiamo, in modo del tutto inaspettato, saputo dell’acquisizione del gruppo Treofan da parte del colosso indiano Jindal. Solo qualche giorno prima della vendita lampo diversi comunicati del gruppo Management&Capitali (proprietario di Treofan) annunciavano la volontà di fare investimenti volti a rilanciare il gruppo nei due siti italiani di Terni e Battipaglia.

Altro aspetto anomalo della vendita lampo dell’intero gruppo Treofan Europe è rappresentato dal prezzo (cinquecentomila euro, al netto dei debiti pari a dodici milioni) dell’operazione di compravendita, in presenza poi di altri pretendenti.

La preoccupazione per Terni e Battipaglia si è palesata ufficialmente qualche giorno fa, quando in sede confindustriale abbiamo appreso dal management italiano del realistico rischio che corrono i due siti produttivi. Successivamente é stato chiesto e ottenuto un incontro presso il MiSe per il 21 dicembre a cui la Soc. Jindal non ha ritenuto opportuno partecipare rimandando l’incontro alla fine di gennaio 2019 - data che a nostro giudizio deve essere anticipata invece ai primi di gennaio. Contestualmente si é dimesso in blocco l’intero Cda del gruppo Treofan Italy. Ad oggi, a differenza di Battipaglia, non é stato possibile al momento fare un incontro con la direzione aziendale anche nel sito umbro.

Sindacalmente riteniamo tutto ciò inammissibile e chiediamo quindi all’azienda di convocare quanto prima un tavolo di confronto con la RSU - questo alla luce anche delle notizie positive espresse da Treofan nel comunicato per quanto riguarda il sito ternano.

Siamo perfettamente consci del fatto che la professionalità delle maestranze ed i risultati positivi apportati in termini economici dal sito umbro, dovrebbero, al pari di Battipaglia, convincere la nuova proprietà a mettere in piedi un serio piano industriale. C’è quindi la necessita quanto prima di conoscere i piani di Jindal e questo lo si potrà fare al tavolo convocato presso il MiSe.

Chiediamo contestualmente alle Istituzioni locali, nazionali ed alla politica tutta, uno sforzo affinché questa vertenza venga risolta in modo positivo. Inutile sottolineare che la nostra regione non potrà sopportare, nella peggiore delle ipotesi, l’abbandono dell’ennesima multinazionale. Non é più ammissibile che quando una multinazionale che ha più sedi in Italia decide di abbandonare il nostro Paese parta sempre dal dismettere siti in Umbria! ( Yara e Basell docet).

Per quanto ci riguarda la guardia rimane alta e a tal proposito, nonostante qualche elemento di positività, confermiamo lo stato di agitazione indetto già da qualche giorno e il 24 c.m. saremo in assemblea con i lavoratori all’interno della fabbrica.

Le Segreterie Territoriali/Regionali

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