di Emiliano Rubbi

Roma - tre ragazzi picchiano due poliziotti che gli avevano intimato di mettersi la mascherina.
Cernusco sul Naviglio (Milano) - una donna di 41 anni rifiuta di indossare la mascherina all’interno di un supermercato e grida “Il Covid non esiste, servi del potere!”.
Una poliziotta interviene per calmarla, ma la donna le strappa la mascherina e le sputa in faccia.
Crema - due uomini rifiutano di indossare la mascherina all’interno della Coop.
Ne scaturisce una rissa e i due feriscono diverse persone.
Sassari - un uomo si rifiuta di indossare la mascherina all’interno di un supermercato e insulta chi gli intima di metterla.
Devono intervenire le forze dell’ordine per allontanarlo con la forza.
Treno Fossano/Ventimiglia - un passeggero parla al telefono senza mascherina. Un altro passeggero gli chiede di metterla, ma l’uomo reagisce picchiandolo.
Foligno - due ragazzi rifiutano di mettere la mascherina all’interno di un autobus.
Interviene la polizia e, come al solito, il tutto finisce con una colluttazione.
Foggia - un’operatrice sanitaria viene pestata a sangue perché aveva chiesto a un uomo di mettere la mascherina.
Palermo - una donna entra all’interno del reparto di gastroenterologia dell’ospedale civico, ma pretende di farlo senza mascherina.
Devono intervenire ancora una volta le forze dell’ordine per allontanarla.
Milano - una negazionista vandalizza un’ambulanza perché, secondo lei, l’emergenza Covid è del tutto inventata.
Ecco, questa è solo una minima parte di quello che sta accadendo oggi nel nostro paese.
E io sono d’accordo con chi dice che spesso si tratta di vittime, di gente spaventata che si rifugia nelle teorie negazioniste perché ha paura di affrontare la realtà, ma sta di fatto che attualmente ognuno di loro produce dei danni incalcolabili.
Io mi chiedo cosa stiamo aspettando per iniziare a punire penalmente chi diffonde bufale negazioniste sul web.
Perché a questo punto non si tratta più di “libertà di espressione”, ma di qualcosa che è molto più simile al terrorismo.
E questi sono i risultati.
Smettiamola di confondere la “libertà di pensiero” con l’istigazione a delinquere.
 

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