Lunedì prossimo, 29 aprile, alle 21, al Centro sociale di Ciconia terremo un incontro pubblico dal titolo Il tratto urbano del Paglia: le proposte dell'associazione. Al termine si svolgerà l'assemblea dei soci.

L'esondazione del fiume nel novembre scorso, al di là delle sue cause naturali, è stata particolarmente distruttiva per l'incuria in cui il fiume è stato tenuto negli ultimi decenni e per  l'inappropriatezza di certe forme insediative. Al tempo stesso rappresenta un'opportunità per provare a ripensare e a migliorare la qualità urbanistica degli abitati di Orvieto Scalo e di Ciconia.

Il tratto urbano del fiume Paglia, per quanto fortemente infrastrutturato,  è una porzione di territorio importante e ancora suggestiva che può essere recuperata alla fruizione pubblica e diventare parco. In questo senso darebbe organicità e senso agli isolati spazi verdi di Orvieto Scalo e di Ciconia; migliorerebbe la percorribilità pedonale e ciclabile degli abitati; consentirebbe molteplici opportunità per il benessere (welness) dei cittadini residenti; metterebbe in sicurezza da eventuali prossime alluvioni.

La nostra associazione ha “studiato” il caso parlando con i rappresentanti delle istituzioni, ricercando documenti, incontrando cittadini, discutendo con l'associazionismo sportivo e  del tempo libero, trovando qualche risorsa economica, individuando una tempistica e la compatibilità con le opere in cantiere e previste.

Renderà pubblica, lunedì, la sua proposta: nei contenuti e nei metodi.

La riqualificazione urbanistico territoriale è il concetto chiave per la definizione dei programmi di intervento sul fiume: è da questa che dipende il relativo grado di sicurezza degli abitati.

E' necessario focalizzare questa priorità e renderla patrimonio comune, anche perché siamo in presenza di ritardi e di indizi preoccupanti:

il piano di opere in emergenza finanziato con i primi 7 milioni non è ancora stato approvato e si dovrà prorogare lo stato di emergenza;
lo studio sulla dinamica fluviale del Paglia realizzato dall'università di Perugia non è ancora stato acquisito dalla Provincia di Terni. E rischia di nascere vecchio riferendosi a dati precedenti gli eventi del novembre scorso;
non abbiamo saputo nulla sugli approfondimenti di conoscenze legati agli effetti indotti dalle opere in corso di realizzazione;
la progettazione di massima degli interventi di “messa in sicurezza” del fiume procede nella segretezza degli uffici e, temiamo, nella perpetuazione di logiche troppo dispendiose e poco efficaci;
non siamo informati sulla reale consistenza dei “tavoli” interistituzionali e interregionali annunciati dopo l'esondazione del novembre scorso.

 

Insomma, la “ricostruzione” è ferma. Procedono, e a rilento, soltanto i lavori di ripulitura condotti “a compensazione”. E neanche quelli si riesce a programmare correndo il rischio che di qui a poco sulle sponde del fiume si presenti una “emergenza rifiuti” invece che un Parco Urbano Fluviale.

 

 

 

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