PERUGIA - Impalpabile e minuto, ma capace di affrontare in una sola notte la traversata del Mediterraneo, senza compiere soste anche per oltre mille chilometri. Il forapaglie (Acrocephalus schoenobaenus) appena inanellato da Mario Muzzatti, all’Oasi La Valle di San Savino, ha una massa grassa pari a 7, in una scala che va da 0 a 8: è quindi pronto per migrare verso sud-ovest, destinazione Africa. Questo specchio d’acqua sul Trasimeno, di circa un ettaro di superficie, dal ’95 riconosciuto come Oasi naturalistica, con il suo esteso canneto, è una delle zone umide più importanti d’Europa.

Tra gli indicatori di qualità c’è proprio il passaggio di rotte migratorie di centinaia di specie di uccelli: molti si fermano a nidificare, altri a svernare, altri ancora solo a rifornirsi di cibo, così che ogni stagione dell’anno permette osservazioni diverse ed interessanti. Nel solo 2013 sono state censite oltre 200 specie. Un tempo il canneto occupava quasi per intero questo triangolo d’acqua, dove la profondità massima raggiunge i due metri, compreso tra San Feliciano, San Savino e Sant’Arcangelo. Patrimonio di inestimabile valore, il canneto è l’ambiente ideale dove i pesci vanno a deporre le uova e dove, appunto, l’avifauna trova un sicuro rifugio. Per questo motivo, desta non poche preoccupazioni la rapida regressione a cui è soggetto da una decina di anni, con un’accelerazione negli ultimi due. L’estendersi di vistose macchie marroni tra il verde della cannuccia è la manifestazione del fenomeno, le cui cause sono al momento ignote.

“I canneti stanno morendo un po’ in tutta Europa – spiega Maria Maddalena Chiappini, de L’Alzavola, la cooperativa che gestisce l’Oasi  -: potrebbe essere un fenomeno ciclico, o un problema legato a diversi fattori ambientali tra cui anche ad un fungo. Senz’altro al Trasimeno tutto ciò è stato acutizzato dall’innalzamento del livello negli ultimi due anni che ha finito per soffocare il canneto”. Ne consegue un’inevitabile modificazione della popolazione dell’avifauna, con un aumento delle anatre tuffatrici e una diminuzione di quelle di superficie, di aironi e limicoli. Turisti e studenti, appassionati di ornitologia e non, hanno la possibilità di visitare “La Valle” durante tutto l’anno, anche se la concentrazione massima di avifauna si ha tra metà novembre e metà gennaio. Questo, per esempio, è il periodo indicato per l’osservazione di rondini in migrazione verso l’Africa, cutrettole e storni, corrieri, gambecchi, piro piro e piovanelli. Da nord arrivano le prime anatre mentre anche le folaghe cominciano ad aumentare sensibilmente, al pari del germano reale e del pendolino. Raro, ma non impossibile, è l’incontro con il falco pescatore. “Tutti gli uccelli che giungono al Trasimeno – spiega Muzzatti, intento ad inanellare alcuni esemplari precedentemente catturati – seguono rotte che vanno dall’Europa orientale alle regioni del sud-ovest”.

Quella dell’inanellamento è una delle attività portate avanti all’Oasi del Trasimeno fin dall’inizio. Ogni sabato (o in occasione di visite guidate), dall’alba a mezzogiorno vengono stese delle apposite, innocue, reti ed ogni mezz’ora si recuperano gli uccelli che vi rimangono intrappolati. A questi vengono applicati degli anelli metallici con dei codici identificativi i cui dati vengono poi informatizzati e inviati ad una banca nazionale che a sua volta è collegata alle altre banche dati estere. Un sistema dunque internazionale che consente di studiare le rotte migratorie ad ogni latitudine. L’oasi “La valle” è dotata di un centro visite di proprietà della Provincia di Perugia: un edificio a tre piani che un tempo ospitava il "Consorzio di Bonifica del lago Trasimeno".

Qui è possibile acquistare il biglietto d’ingresso (insieme al quale verrà dato in prestito gratuito un binocolo), noleggiare le audio-guide, ricevere informazioni e materiale divulgativo sul Trasimeno. Un’aula verde, dotata di strumentazione multimediale, laboratorio scientifico con 18 stereomicroscopi e un centro di documentazione con oltre 250 testi arricchisce l’offerta didattica. All’esterno invece i visitatori possono usufruire di una stazione per l’inanellamento degli uccelli e di una passerella che si inoltra nel canneto per mezzo chilometro, con un osservatorio per birdwatching. Recentemente poi a tutto ciò si è aggiunta una foresteria con 12 posti letto dove poter soggiornare. I visitatori annui dell’Oasi hanno ormai raggiunto quota 7.000 (di cui 4.000 studenti), ma, a detta dei gestori, si tratta di un numero che potrebbe aumentare significativamente a fronte di investimenti sulle strutture e sugli spazi. L’auspicio dunque, è che “La Valle” possa consolidarsi ed incrementare il numero dei fruitori. 

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