TERNI - Leggere sui quotidiani locali che l’ARPA Umbria ha solo tredici tecnici per la provincia di Terni e duecento sul perugino e che ad Orvieto c’è lo stesso numero  di personale specializzato che a Terni, per noi è solo in parte sorprendente.

L’incredibile e paradossale situazione che abbiamo sotto gli occhi è la conseguenza prevedibile (anche se non in queste proporzioni), della riorganizzazione dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale voluta dal Direttore Ganapini ed avallata dalla Presidente della Regione Marini e dalla sua Giunta.

Rifondazione Comunista già nel marzo 2016 (ben tre anni fa!) e ripetutamente negli anni successivi, denunciò quello che stava avvenendo con la nuova ristrutturazione organizzativa dell’ARPA e le nefaste conseguenze che si prospettavano per Terni. 

Nel silenzio generale, mass media compresi, denunciammo come la riorganizzazione dell’Agenzia, imposta unilateralmente da Perugia, fosse in contrasto con le stesse normative regionali in vigore e che, tale  operazione, oltre a penalizzare l’autonomia del dipartimento ternano, comportasse il rischio di un pesante depauperamento di tecnici, di competenze e di efficacia proprio sul territorio con la situazione ambientale più compromessa della regione.

Scrivevamo, nel 2016: “Oltre al rischio di perdere il contributo di professionalità acquisite in diversi anni di lavoro sul campo (facciamo, ad esempio, riferimento alle ispezioni triennali ed annuali effettuate alle Acciaierie, che, per la loro complessità, richiedono specifiche conoscenze e competenze), per l’ennesima volta non si tiene conto che le problematiche ambientali della nostra regione risiedono principalmente nel nostro territorio e si sottrae a Terni, senza nessuna logica, la responsabilità del controllo della qualità ambientale del suo territorio, spostandola nella sede di Perugia.”

Per primi denunciammo la chiusura della biblioteca, oggetto di visita delle scolaresche, utile per far crescere la coscienza ambientale della città e protestammo contro il trasferimento “scippo” a Perugia di gran parte dei volumi e del prezioso materiale di ricerca accumulato negli anni.

A Terni, in questi giorni, cadono tutti dalle nuvole di fronte al depotenziamento ed ai limiti della struttura locale dell’ARPA. Gridano allo scandalo e cercano affannosamente di correre ai ripari.

Rifondazione Comunista ritiene incompatibile la presenza dell’attuale Direttore Generale con l’attuarsi del procedimento di restituzione dell’autonomia al dipartimento di Terni e chiede oggi,  come tre anni fa, che la sede regionale dell’ARPA venga trasferita nella conca ternana. Solo così si potrà  a cambiare rotta.

PARTITO della RIFONDAZIONE COMUNISTA

Federazione di TERNI

 

 

 

 

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