Trappolino (Pd): per l’agricoltura italiana solo un fatuo esercizio di stile
Dichiarazione di Carlo Emanuele Trappolino (PD) a margine dell’audizione del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali Saverio Romano in Commissione Agricoltura della Camera di mercoledì 18 maggio.
Quello di Romano, nuovo ministro dell’Agricoltura, non è un programma. È un esercizio di stile. Capace pure di buoni propositi, del quale tuttavia si avverte il manierismo grigio, privo di quella concretezza che invece è urgente all’agricoltura italiana.
Non ci sono provvedimenti specifici per intercettare i segnali di ripresa né la volontà di recuperare misure di tutela e di sostegno (fondo di solidarietà, agevolazioni contributive per le zone svantaggiate, accisa sul gasolio per serre, fondo per il settore lattiero-caseario) e per facilitare l’accesso al credito. Si resta nelle dichiarazioni di principio che sono smentite, sotto il profilo strategico, dalle indicazioni contenute nel Programma Nazionale di Riforma e, quotidianamente, dall’azione di un governo più preoccupato delle spiagge in concessione che delle sorti dell’agricoltura italiana, e che considera l’ambiente, il paesaggio e i beni culturali suscettibili di infinite deroghe allorché il ruggito degli interessi più prepotenti torni padrone.
Il Ministro Romano ha riproposto il tema della terra ai giovani con la concessione delle terre demaniali, Poi, en passant, ha detto che ciò andrà valutato con Tremonti per capire bene come ciò si intersechi con il federalismo regionale. Ritorna quindi il “Rinascimento Verde” promesso da Zaia e mai realizzato per mancanza della “terra promessa”. Infatti, l’agenzia del demanio, allora sollecitata ad approfondire, ha già comunicato al ministero l’indisponibilità di gran parte delle terre pubbliche o perché già in affitto o perché non adatte all’agricoltura. Ora Romano ci riprova mettendo però le mani avanti e segnalando la possibilità che non se ne faccia nulla perché il demanio eventualmente disponibile potrebbe regionalizzarsi per via degli effetti delle riforme federaliste. Della serie: non sappia la mano destra cosa fa la sinistra e vorrei, ma forse non posso.
Vista l’incertezza del “Rinascimento”, sarebbe stato preferibile concentrare gli sforzi del Ministero in altre direzioni. Perché è vero che quello dell’accesso alla terra è per i giovani un problema fondamentale. Ma altrettanto fondamentali sono i temi dell’accesso al credito (su cui naufragano tanti progetti di giovani imprenditori agricoli), della semplificazione amministrativa, degli accordi tra imprese e di filiera, delle connessioni con università e centri di ricerca.
Purtroppo, proprio nel momento in cui si avvia la discussione sulla riforma della PAC, l’Italia si presenta in Europa con l’autorevolezza di Brancaleone e con un premier ormai in procinto d’essere definitivamente commissariato dalla Lega. L’agricoltura italiana merita di più.
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