PERUGIA - Ieri pomeriggio nella Chiesa di Bevagna gli sportivi umbri e gli atleti di rugby hanno salutato per l'ultima volta Alessandro Torresi, detto "Torre" per gli Old Rugby Perugia- Etruschi. La tragedia è avvenuta sabato pomeriggio, quando il “Torre”, a soli 44 anni, si è accasciato sul manto verde del campo di Rugby di Gubbio colpito in modo imprevviso e fulminante da un’emmoragia cerebrale. I suoi amici si sono raccolti attorno alla famiglia e in particolare vicino alla compagna, Veronica, con affetto e commozione.

Tanti i messaggi al “Torre” sul sito degli Old Rugby Perugia: “gli amici ne amavano la tenerezza di eterno adolescente – scrive roberto bianchi, suo compagno di squadra - ma soltanto coloro che hanno avuto la fortuna di scendere in campo con lui conservano le sensazioni generate dalla sua capacità di contagiare lo spogliatoio di goliardica allegria e di ottimismo persino ostinato”. E ancora:”Per noi eri e resterai semplicemente il “Torre” – dice Paolo Pinti - quello sempre sorridente e gentile, quello che era e sarà sempre l’amico con il quale chiunque vorrebbe stare, sia in campo che fuori. Non voglio parlarti “al passato”, ma voglio usare “il presente” perchè ancora oggi spero ardentemente nel futuro”.

Tra i messaggi anche uno che sintetizza il forte legame che esiste tra i rugbysti: “Che lo crediate o meno, io sono certo che esistono FRATELLI non biologici. Fratelli che non nascono dalla stessa madre ma che, se provate a sostituire la parola “madre” con la parola “rugby”, vi accorgerete che nulla cambia. Come una madre naturale il rugby, “miracolosamente”, terrà sempre uniti i propri figli che lo ameranno comunque, onorandolo fino all’ultimo giorno! Il nostro Fratello TORRE ,ora, è solo andato a giocare lontano, con i più Grandi”.
Sul sito degli Old è pubblicato anche l’ultimo saluto al “Torre” di Federico Baldinelli, presidente del Cus Perugia: “Del Torre mi sovviene il ricordo di una delle prime volte che mi rivolse la parola, forse la prima in assoluto. Treviso, esordio del Cus Perugia U19 in gruppo 1, contro niente meno che la Benetton. Per una questione di tesseramenti di altri giocatori non ancora arrivati, io, ancora Under 17, venni catapultato in Giovanile (all’epoca si poteva), titolare ad ala dall’inizio e tremavo come una foglia. Al primo pallone che mi arrivò me la cavai non male, presa al volo, un avversario superato e discreto calcio a liberare in touche. Il Torre, che giocava a centro ed era uno dei più grandi, praticamente un veterano, e che io, come quasi tutti gli altri, conoscevo appena, mi passò vicino, mi disse bravo e mi dette una pacca sul sedere.Era il lontano 1984, eravamo in campo e in campo, l’altro ieri, ha esalato l’ultimo respiro. Ciao Torre e grazie, per allora e per tutto il resto”. 

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