di Nicola Bossi

TAVERNELLE - Si fa sempre più difficile la situazione aziendale alla Trafomec di Tavernelle. Il gruppo dirigente si è guardato bene di inviare un nuovo piano industriale per salvare lo stabilimento perugino, come richiesto dalla Regione e dai sindacati lo scorso 31 maggio, mentre ha inviato una lettera ambigua agli oltre 160 dipendenti. Nella missiva è stato dato un ruolo a tutti ma allo stesso tempo si è spiegato che si dovranno chiudere alcuni settori e allo stesso tempo esternalizzare alcuni servizi. Senza specificare quali e quanti. Quindi i 160 operai solo sulla carta rientrano nell'organigramma aziendale. L'ipotesi di un taglio forte - solo 60 al lavoro a Tavernelle - si fa sempre più probabile. Le voci, tra l'altro, parlano di lettere di messa in mobilità del personale già pronte e prossime ad essere spedite entro la prossima settimana.

 

La situazione alla Trafomec è stato immediatamente denunciata dalle RSU, da Fim-Cisl (responsabile Pierotti), da  Fiom-Cgil  (Pampanelli) e dall'Ugl (Maggi): "La lettera consegnata a tutti i lavoratori è un’iniziativa al di fuori delle normali relazioni industriali, ed un tentativo per ricercare obiettivi aziendali incomprensibili, fuori dall’idea di rilancio che deve partire dal progetto industriale e non viceversa. Una lettera che ridisegna l’azienda nell’organigramma, nella chiusura/accorpamento di alcuni reparti ed evidenti processi di terziarizzazione che mostrano di un tentativo maldestro di “fare da soli”. Riteniamo le normali relazioni industriali e il tavolo istituzionale convocato dalla Regione Umbria nella persona dell’assessore Rossi come passaggio obbligatorio dove discutere seriamente un piano di rilancio e un progetto industriale che sia credibile e che dia nuove prospettive alla TRAFOMEC S.p.a.".
 

Per i sindacati sono da considerare "provocatorie e inutili al fine di salvaguardare il sito produttivo di Tavernelle - centrale e strategico per il territorio - tutte le iniziative che unilateralmente la direzione aziendale ha messo fin qui in atto e per tanto chiediamo con forza la prosecuzione del confronto avviato presso la Regione Umbria".
 

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