Se c'è una cosa di cui si parla troppo poco, pur essendo sotto gli occhi di tutti è proprio questa. La diminuzione della natalità. L'inversione di tendenza è maturata, come tante altre cose negative, negli anni Ottanta. A metà dei Settanta il numero dei figli per donna in Italia era superiore alla media europea. Alla fine degli Ottanta tale media collocava il nostro paese come ultimo al mondo. Un cambiamento radicale. Negli anni '90 l'Italia diventa il primo paese al mondo nel quale coloro che hanno meno di 15 anni superano gli ultrasessantacinquenni, categoria alla quale appartengo. Le previsioni dell'Istat sulla diminuzione della popolazione italiana fissate al 2042 si sono anticipatamente verificate a partire dal 2015. E con l'attuale crisi pandemica andrà sempre peggio. C'è chi pensa di affrontare il problema attaccando le pensioni. E lo ha già abbondantemente fatto. Invece la ricetta buona è quella opposta: asili nido, piena gratuità dell'istruzione, sostegno alla occupazione in particolare femminile, reddito di base universale, investimenti pubblici in settori innovativi ad alta capacità occupazionale e benefico ritorno sull'ambiente, accoglienza e integrazione dei migranti, ripopolazione delle zone interne, in particolare nel Mezzogiorno. E' quasi un programma di governo? Sì ma alternativo a quelli correnti. Utilizzare i fondi europei per questo sarebbe una svolta.

 

di Alfonoso Gianni

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