“Il tracciato umbro della E78 'Due Mari' scelto dai Comuni di Città di Castello e San Giustino è assurdo e cerca
solo di rimediare all’errore della Piastra logistica. La parola deve tornare ai cittadini”. Così il capogruppo regionale dell’Italia dei Valori, Oliviero Dottorini che ha incontrato ieri una numerosa delegazione di rappresentanti del comitato per la Salute di Selci e Cerbara per esaminare le problematiche relative al tracciato umbro dell'arteria viaria individuato dalle due Amministrazioni comunali altotiberine. “L’incontro–fa sapere il capogruppo dell'Idv - è stato anche l’occasione per analizzare l’ipotesi di fattibilità della Fano-Grosseto in partenariato pubblico-privato, così come proposta dall’architetto Fabrizio Romozzi”.

Nel definire, dunque, l'incontro “costruttivo”, Dottorini evidenzia come sia “emersa la necessità di coinvolgere le popolazioni locali in decisioni che segneranno il futuro ambientale ed economico dell’Altotevere. Le preoccupazioni e i dubbi in merito all'iter che si tenta di avviare per la realizzazione dell’arteria sono fondati – rileva l'esponente Idv - e preoccupa la leggerezza con cui le amministrazioni locali, provinciali e regionali stanno dando credito a un’ipotesi che avvantaggerebbe solo i privati, sia attraverso il pedaggiamento, che sottraendo ai Comuni gli introiti da gettito Ici e da oneri di urbanizzazione delle aree leader poste all'interno del corridoio che si snoderà attorno al tracciato della Due Mari”.

"È noto – aggiunge Dottorini – che il tracciato scelto dai Comuni di Città di Castello e San Giustino non è frutto di una visione strategica, ma cerca semplicemente di rimediare all'errore di posizionamento della Piastra logistica, una vera e propria cattedrale nel deserto, priva di collegamenti con la ferrovia e sottodimensionata rispetto agli altri interporti regionali".

"Come Italia dei Valori - aggiunge il capogruppo - metteremo in campo tutte le azioni volte a far sì che la parola torni ai cittadini. Calare dall'alto un'ipotesi progettuale tanto azzardata quanto rischiosa per l'ambiente significherebbe solo aumentare il divario che c'è tra istituzioni e società civile. Credo sia interesse comune – conclude Dottorini - fare in modo che attorno a queste decisioni finora calate dall’alto si sviluppi un confronto costruttivo in grado di portare tutti a una maggiore consapevolezza di quanto sta avvenendo. La posta in gioco è alta e non può essere lasciata nelle mani di chi pensa di giocarla nel segreto di qualche palazzo".

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