di Ilaria Cucchi

Il 12 dicembre 2022 a Ferrara fu il sottosegretario Galeazzo Bignami il primo ad annunciare, per la prima volta, l’abolizione della legge sulla TORTURA. 
Se il quarantennale percorso politico- legislativo richiesto per l’introduzione del reato di Tortura non ci fa certo onore, con tutti i numerosi moniti di CEDU ed ONU che lo hanno incessantemente costellato, parlare ora di abolirlo è aberrante e criminale. Basta leggere le condotte che punisce per rendersi conto che il volerlo cancellare vuole essere una legittimazione  della violenza e della sopraffazione del più forte nei confronti del più debole dello Stato a modello nazi-fascista sui propri sudditi. 
Il sottosegretario che ama ‘goliardicamente’ farsi fotografare con la svastica al braccio non può non sapere che proprio a Ferrara era ed è in corso uno dei primissimi processi istruiti per la commissione di questo reato con alcune condanne già intervenute. 

L’abolizione del reato comporterebbe il colpo di spugna su questo processo come per tutti gli altri in corso come quello più famoso, per esempio, per i terribili fatti di Santa Maria Capua Vetere. 
Tortura e nazi-fascismo sono per me concetti che vanno a braccetto. 
Sono stanca di sentire sottovalutare le recrudescenza di queste ideologie già condannate dai tribunali della storia, liquidate come fenomeni di puro folclore politico. Invito il ministro Piantedosi e tutti gli osservatori a prestare attenzione, per esempio, a ciò che sta accadendo proprio a Ferrara. La patria della Resistenza con il pesante tributo che fu costretta a pagare, per esempio, con l’eccidio del 15 novembre del 1943.
Leggendo le cronache della stampa locale si apprende che vi si sarebbe costituita un’associazione di chiara e netta ispirazione nazi-fascista, dotata di una precisa struttura organizzativa creata con il favore politico e non solo di esponenti di spicco del governo locale. Se questo è vero va approfondito senza se e senza ma. Ciò che leggo nelle ‘intercettazioni’ è semplicemente terribile. Ideologicamente violento ed inaccettabile tanto quanto la annunciata abolizione di una sacrosanta legge contro la Tortura, presente in tutti gli ordinamenti civili e democratici europei e non solo. 
Questo non è folclore ed iniziamo a chiamarlo col suo nome ribellandoci alla subdola ipocrisia della mistificazione delle parole figlie del negazionismo. Come quelle che vorrebbero definire le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine semplicemente come “italiani innocenti”.

Fonte: Facebook

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