PERCHÉ DOPO DUE ANNI LA DONAZIONE ALL’OSPEDALE DI PANTALLA NON VIENE CHIUSA E RENDICONTATA PUBBLICAMENTE?
Siamo obbligati, visto l’impegno solenne preso coi cittadini tuderti di ottemperare al dovere, quale forza di opposizione, di fare chiarezza sulla vicenda in questione, di tornare sulla donazione dei ventilatori all’Ospedale di Pantalla.
Dopo, infatti, aver sollevato il caso a livello locale, senza ricevere in cambio alcuna risposta quanto, piuttosto, minacce sibilline e una bella denuncia per diffamazione da parte del sindaco Ruggiano, grazie al consigliere Tommaso Bori la donazione giungeva, mediante interrogazione, all’attenzione del Consiglio Regionale. L’assessore Coletto confermava nel massimo consesso istituzionale umbro quanto già era stato scoperto, mediante accesso agli atti all’Usl Umbria 1, da parte del Partito Democratico di Todi, cioè che alla fine, nonostante fossero stati acquistati coi soldi della donazione cinque ventilatori polmonari, ne erano stati consegnati solo tre. Una donazione incompleta, dunque.
Passato qualche giorno– era lo scorso ottobre – apparivano alcune stringate dichiarazioni de “La Rosa dell’Umbria” (l’organizzazione che ha materialmente raccolto le donazioni ed effettuato gli acquisti dei macchinari) sul quotidiano “La Nazione”, dove si affermava, dopo mesi di silenzi, che la raccolta fondi, ancora aperta, ammontava a 188.000 euro, che di questi ne erano stati spesi per l’Ospedale ben 182.000 e che, visto che due dei cinque ventilatori acquistati non erano funzionati, si era proceduto a consegnarne solo due, muovendo contestualmente un’azione legale nei confronti del fornitore.
Giova sottolineare come queste (parziali) risposte de “La Rosa dell’Umbria” siano arrivate solo dopo le numerose prese di posizione e gli atti di sindacato ispettivo del Partito Democratico. Onde evitare polemiche sarebbe bastato che l’organizzazione in questione, assieme al Comune di Todi, avesse subito messo al corrente i cittadini tuderti e i donatori dei problemi, peraltro non irrilevanti, verificatisi durante le varie fasi della raccolta fondi.
Ad oggi, comunque, dopo quasi due anni dall’apertura della raccolta, ci sfugge il motivo per cui essa rimanga ancora aperta e non si proceda immediatamente ad una rendicontazione dettagliata e pubblica delle cifre impiegate.
Ulteriormente, crediamo sia dirimente comprendere come siano stati spesi i fondi al di fuori delle cifre impiegate per l’acquisto delle forniture sanitarie. Facendo, infatti, un rapido calcolo, se le attrezzature medicali sono venute a costare 112.240 euro (un ecodopler portabile per una spesa di 17.080 euro più quattro ventilatori per una spesa di 95.160 euro visto che il quinto ventilatore non va considerato essendo stati adoperati per esso fondi del Comune di Marsciano), i restanti 69.760 euro a quale scopo sono stati destinati? “La Rosa dell’Umbria”, nell’articolo summenzionato, ha sostenuto che sono stati spesi genericamente per l’Ospedale.
Ne siamo ben felici e non abbiamo motivi per dubitare di ciò, ma visto che ai tuderti e ai cittadini della Media Valle del Tevere era stato chiesto – ricordiamo i continui appelli del sindaco via social – uno sforzo di generosità ben specifico finalizzato ad acquistare dei ventilatori polmonari, crediamo sia opportuno e doveroso che vengano messi al corrente di questa ulteriore destinazione.
Dopo quasi due anni dall’apertura della raccolta fondi, dunque, reputiamo sia necessaria, anche per ripagare il grande cuore dei tanti donatori, una semplice operazione trasparenza, procedendo, visto l’esaurirsi della fase emergenziale, alla chiusura della donazione ed alla sua rendicontazione pubblica. Basterebbe un comunicato con tanto di documenti allegati (anche per capire a che punto è l’azione legale contro il fornitore) oppure una conferenza stampa. “Questi fondi verranno rendicontati fino al centesimo: io credo non ci sia bisogno di dirlo, ma male non fa” disse il sindaco Ruggiano nella sua diretta social del 4 aprile 2020. È giunta l’ora che chi ha organizzato la raccolta fondi dia seguito a ciò.
 

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