di Fabio Sebastiani

Cosa pensate della proposta del Prc di accogliere Merkel e Sarkozy con la protesta?

Per Usb il 20 è un ulteriore passaggio che dovrebbe portarci la settimana seguente allo sciopero generale. Le motivazioni fondamentali dello sciopero generale sono basate sulla crisi e sul debito e quindi sulle conseguenze delle misure del governo Monti, che sono dettate da tutta una serie di input che vengono anche dall’Europa e quindi dalla Germania e dalla Francia. A prescindere dal fumo creato dal protagonismo del premier sulla scena europea rimane intatta la preoccupazione di uno scenario che in qualche modo vede l’Italia avvicinarsi rapidamente alla situazione della Grecia. Tutto quello che è accaduto lì è riproponibile qui da noi. I tagli fatti e le privatizzazioni sono quello che sta cucinando Monti per l’Italia. E’ evidente che non lavora da solo. Lavora in stretta connessione con la Germania e la Francia oltre che con i cosiddetti mercati e con le banche. E’ evidente che il 20, o quando sarà, in caso di rinvio, questo incontro non rappresenta altro che un tentativo di dare credibilità alle misure prese sorvolando su tutta una serie di altri fattori che sono pensanti per la gente. La direzione è quella delle riforme strutturali. E’ il paradosso dei paradossi.

Non ti sembra che il movimento italiano sconti dei ritardi nella protesta?

Dividerei il discorso in due parti. Sindacale e politico. Sono anni che Cgil, Cisl e Uil non fanno opposizione. Senza scomodare tempi passati, basta ricordare l’accordo del 28 giugno, oggi rivendicato anche dalla Fiom, che ha dato il segno netto della moderazione. Il sindacalismo conflittuale ha un’altra logica, da anni. Dal punto di vista politico la situazione è ancora più stridente. Se uno si volesse limitare al Parlamento, di fatto non c’è opposizione. Lega e Idv non è che fanno opposizione. Fuori dal Parlamento l’opposizione c’è ma stenta a concretizzarsi in termini strutturali e organizzativi e si raccoglie nella sinistra antagonista e in tutta una serie di gruppi e movimenti, dal “no debito” ai “beni comuni”. Purtroppo c’è una parcellizzazione nota del mondo politico a sinistra. Serve qualcosa che coaguli. Personalmente penso che sia il “no debito”. La gente comune si raccoglie intorno a punti di riferimenti semplici e diretti, che diano un senso uniforme e completo. Il sindacato di base ha dovuto supplire la mancanza di opposizione sociale. Ci sentiamo oggi anche questo tipo di responsabilità. 

Fonte: controlacrisi.org

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