PERUGIA - "Stiamo lavorando per una Perugina sempre più competitiva. Affinché abbia un futuro sempre più sostenibile": a dirlo è Gianluigi Toia, direttore delle relazioni industriali di Nestlé Italia. Che, in un'intervista all'ANSA, ha parlato di "passi avanti" fatti negli ultimi incontri.
"Il nostro obiettivo - ha detto Toia - è di avere uno stabilimento sempre più competitivo sul mercato nazionale e all'interno del nostro Gruppo, considerando che il 40% della produzione della Perugina è per le altre aziende della Nestlé".

Entrando più nel dettaglio della trattativa in corso con i sindacati, il direttore ha spiegato che "sta per essere pubblicato l'elenco delle posizioni lavorative disponibili sul territorio" per i dipendenti che sceglieranno di uscire dall'azienda."Abbiamo avuto - ha aggiunto - un buon riscontro da parte delle aziende disposte ad assumere alle quali andrà un incentivo di 30 mila euro per ciascun lavoratore. Sono finora 43 i posti disponibili sul territorio".

Sulla gestione degli esuberi "no a sogni improbabili"

"Finalmente siamo entrati in un'ottica di gestione degli esuberi e non di sogni su improbabili soluzioni legate a poli logistici del tutto fantasiosi": al rigyuardo Toia si è detto "fiducioso" per il futuro della trattativa sulla Perugina.
In quest'ottica il dirigente della multinazionale dolciaria ha detto  che "si sta valutando" la proposta di proroga della cassa integrazione straordinaria. "Non siamo contrari - ha spiegato - e ben venga se può essere utile a dare maggiore tempo alle persone per trovare delle ricollocazioni sul territorio. Ci sono comunque dei vincoli normativi da approfondire. Quindi è una soluzione possibile ma non certa. Può essere un aiuto ma nel frattempo non perdiamo altro tempo.

Cessione marchi non utilizzati e se prodotti autonomamente fuori dallo stabilimento di S. Sisto"

"Ci siamo resi disponibili – ha poi aggiunto il direttore delle relazioni industriali di Nestlé Italia - ad un accordo per cedere vecchi marchi di cioccolatini non più utilizzati, ma questi debbono essere prodotti con una attività svolta autonomamente fuori dallo stabilimento di San Sisto”   

"Non possiamo ovviamente cedere in uso ad altri il marchio Perugina - ha spiegato il dirigente della multinazionale - e ci deve essere autonomia anche da un punto di vista commerciale. Purtroppo, a fronte di queste nostre semplici osservazioni - ha concluso Toia -, chi aveva avanzato la proposta ha detto di non essere più interessato". 

 

Condividi