La risposta della Provincia alle mie osservazioni in merito al cronico ritardo degli interventi manutentivi sui fossi, sui fiumi e in generale sul complessivo reticolo idrografico del territorio, appare fuori tema. È un dato di fatto che tali carenze siano strutturali e che questo sia un problema per molti territori oltre al nostro, come richiamato da molti altri Sindaci, ai fini della mitigazione del rischio anche in presenza di eventi sicuramente eccezionali.

Il fatto che a ciò si risponda non solo lamentando assenza di risorse ma confondendo i ruoli tra istituzioni con funzioni diverse nel fronteggiare emergenze e addirittura cercando di far ricadere la responsabilità sulla programmazione urbanistica (precedente ed attuale) del Comune, peraltro sempre approvata dalla provincia stessa, fa venire più di un dubbio sulla capacità di confronto tra istituzioni.

Dire che solo grazie al “perentorio avviso della Provincia” ci si sia resi conto dell’emergenza nella notte dell’11 novembre, significa ignorare che tali avvisi sono partiti in primo luogo dal centro di Protezione Civile regionale che allerta tutte le istituzioni interessate, compresa la Provincia, e che, appena ricevuto tale allerta, il Comune di Marsciano si è attivato da subito come confermano le azioni intraprese nel corso della notte e i contatti tenuti, fin dai primissimi momenti, dai tecnici del Comune e dal Sindaco con tutte le strutture coinvolte: Regione, Protezione Civile regionale, Prefettura e la Provincia stessa, concordando tutto ciò che poi è stato fatto. A partire, come giustamente riportato, dal mettere in allarme le famiglie, nel corso della notte, che potevano potenzialmente risultare a maggior rischio grazie anche al lavoro dei volontari del gruppo comunale di protezione civile.

Da tale punto di vista, come ho già detto pubblicamente in Consiglio comunale ringraziando tutti, ognuno ha fatto nient’altro che il proprio dovere. Fatto, questo, che dovrebbe sconsigliare chiunque dall’attribuirsi primati.

Quanto poi alla presunta resistenza da parte del Comune all’adozione di tutte le attenzioni, anche in sede di programmazione urbanistica, alle problematiche della corretta manutenzione del territorio e valutazione dei rischi idrogeologici, questa è smentita, se vogliamo parlare dell’ultima variante al Prg, proprio dal fatto che a tale variante si è arrivati attraverso tutti i passaggi istituzionali imposti dalle normative, in pieno accordo con i soggetti istituzionali coinvolti. E se nel portare avanti tali discussioni ci si è confrontati nel merito di alcune prescrizioni, ritenute frutto di un approccio eccessivamente burocratico, nessuno può attribuire ad esse una ignoranza o, peggio ancora, una sottovalutazione dell’importanza di tali tematiche. Non scherziamo.

Quello che va risolto, se ci vogliamo concentrare sul merito dei problemi e evitare inutili polemiche che non ci appartengono, è, appunto, il tema di come e quando intervenire su problemi cronici anche forse ripensando modalità di intervento che, in presenza di scarse risorse, possano portare a rivedere il ruolo del pubblico: da esecutore diretto (impossibilitato spesso dall’assenza di risorse) a soggetto regolatore e controllore, in modo rigoroso, di interventi su cui coinvolgere anche aziende private.

Tra questi problemi metto anche quelli relativi alla variante del Cerro, una situazione il cui stallo è ormai insostenibile.

Da parte mia, dispiaciuto per questa polemica, riconfermo il ringraziamento a quanti, operai, tecnici e dirigenti della Provincia hanno lavorato, insieme a molti altri, per fronteggiare l’emergenza della recente alluvione.
       

Alfio Todini
Sindaco di Marsciano

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