DA LUGLIO 2014 ricevere chiamate in Europa costerà  quanto in Italia. E da luglio 2016 non ci saranno più sovrapprezzi di "roaming"” nemmeno per le chiamate in uscita. È una delle grandi novità che porta con sé ilpacchetto di norme adottato oggi dalla Commissione europea. Ma ce ne sono molte altre, perché la nuova normativa è una rivoluzione del settore delle comunicazioni elettroniche (telefonia, internet). Lo scopo è inaugurare un mercato unico per questi servizi, in Europa, e così "portare l’Europa fuori dalla crisi, creare posti di lavoro", riassume Neelie Kroes, il commissario Ue che ha firmato il pacchetto.

L’idea di fondo è ridurre le differenze di regole che ancora permangono tra i diversi Paesi europei  in fatto di telecomunicazioni. Differenze che secondo la Commissione stanno stritolando questo mercato, indebolendo gli operatori - soprattutto nei confronti delle controparti extraeuropee - e con loro tutta l’economia del continente.  Il taglio del roaming potrebbe sembrare in contraddizione con l’obiettivo di aiutare il mercato delle telco, visto che ne verranno perdite per gli operatori (pari a sei miliardi di euro, si lamentano i big come Vodafone, Orange e Telefonica). Ma Kroes crede che eliminare le "frontiere" tariffarie tra Paesi sia uno stimolo per l’economia (per la circolazione di merci e persone) e quindi indirettamente per tutti i soggetti che operano in Europa. Per di più, il pacchetto dà il diritto agli utenti di fare il cosiddetto “decoupling”: da luglio 2014 poter usare la propria normale sim con i servizi di un altro operatore, all’estero, e così ottenere tariffe di roaming migliori. 

Un mercato unico per le telecomunicazioni europee. Altre cose avranno un impatto diretto sul mercato: come la nascita di una licenza unica europea con cui gli operatori potranno offrire servizi su tutti i 28 Paesi dell’unione. Oppure la facoltà  della Commissione di armonizzare le regole di settore a livello Europeo, riducendo le attuali divergenze tra i vari Paesi. Stabilire regole comuni e uniformi è una rivoluzione sistemica, per la normativa di settore. Aumentare il potere della Commissione comporta, tra l’altro, limitare lo spazio d’intervento delle Authority Tlc nazionali (Agcom, in Italia). Il sesto (e ultimo) capitolo della proposta Kroes è molto chiaro, a riguardo. Si legge che la Commissione potrà chiedere alle Authority di ritirare alcuni “rimedi regolatori” (nuovi obblighi imposti agli operatori), qualora questi fossero divergenti rispetto alle regole in vigore in altri Paesi. 

Dichiarazioni. "Ulteriori progressi sostanziali verso un mercato unico europeo delle telecomunicazioni - ha dichiarato il presidente della commissione europea, Jose Manuel Barroso - sono fondamentali per gli interessi strategici dell'Europa e il suo progresso economico. Per il settore delle telecomunicazioni in sè e per i cittadini che sono frustrati perchè non hanno un pieno ed equo accesso ai servizi internet e di telefonia mobile". "La legislazione proposta oggi - ha aggiunto il vicepresidente, nonchè commissario responsabile per l'agenda digitale Neelie Kroes - è una grande notizia per il futuro della telefonia mobile e di internet in Europa. La commissione europea dice no ai premi nel roaming, sì alla neutralità della rete, sì agli investimenti, sì a nuovi posti di lavoro".

Insomma, l’obiettivo di fare regole comuni in Europa si impone sul libero arbitrio delle Authority nazionali. Questa novità  può essere importante soprattutto nei Paesi dove il mercato è  molto diverso dal resto d’Europa e che quindi in passato hanno spesso avuto regole nazionali divergenti: come l’Italia, appunto. Sul nostro mercato pesa in particolare la norma che mira ad armonizzare le regole del mercato all’ingrosso (cioè quelle che permettono agli operatori alternativi di usare la rete dell’ex monopolista; Telecom Italia, da noi). Nello specifico, la norma garantisce anche agli ex monopolisti prezzi stabili per l’accesso dei concorrenti alla rete in rame. Tema bollente, in Italia. Agcom ha tagliato a luglio i prezzi e la Commissione le ha chiesto di rivedere questa scelta entro i prossimi due mesi. Con la nuova normativa, gli spazi di manovra Agcom saranno ancora più limitati. Ricordiamo che i costi all’ingrosso in capo agli operatori si riflettono direttamente su quelli che gli utenti pagano per telefono e Adsl. 

Nuovi diritti per gli utenti. La normativa guarda anche agli utenti e obbliga gli operatori a una maggiore trasparenza sulla qualità del servizio internet offerto agli utenti, su eventuali limitazioni. Sono aspetti già garantiti in Italia nelle norme Agcom. Da noi però avrà impatto la norma secondo cui nessun contratto può durare più di 24 mesi (quelli di telefonia mobile arrivano a 30) e che comunque l’operatore deve sempre fornire, per tutte le offerte, un’opzione con scadenza a dodici mesi. Un’altra cosa che ancora in Italia non è garantita: avremo diritto a mantenere la nostra mail per due anni quando cambiamo operatore. Potremo avere un servizio di inoltro sulla mail fornita dal nuovo operatore.

Le polemiche sulla libertà di internet. Ci sono anche norme che consentono agli operatori di fare accordi con fornitori di contenuti o servizi (come Google o editori) per offrire agli utenti servizi a qualità garantita. Una sorta di corsia preferenziale su internet che, secondo molti, è una violazione della neutralità della rete, cioè degli equilibri della rete come l’abbiamo conosciuta finora. Kroes si è sempre difesa dicendo che invece il testo tutela la neutralità della rete perché obbliga gli operatori a fornire una qualità minima sui servizi della normale internet. Secondo Kroes, insomma, la nascita dei servizi a qualità garantita non mina quelli di internet. Ma su questo punto c’è stata molta polemica, anche in seno alla Commissione europea, tanto che il testo ha vacillato fino all’ultimo. E’ stato adottato oggi solo per l’impegno, da paciere, del presidente della Commissione José Barroso. Gli interessi economici in gioco, per l’Europa, sono infatti altissimi. "Dobbiamo adottare una proposta che ci permetta di arrivare a un mercato unico delle telecomunicazioni – aveva detto Barroso – e i cittadini sanno che l'Europa ha ridotto notevolmente il costo del roaming. La nostra proposta confermerà questa possibilità, che offrirà nuove opportunità anche per le imprese".

I prossimi passi. Le polemiche comunque potrebbero avere ancora un peso sul destino delle nuove norme. Adesso infatti il testo dovrà andare in Parlamento e in Consiglio europeo, prima di diventare legge in tutti i Paesi dell’Unione. Soprattutto in Parlamento UE i politici sostenitori storici della neutralità della rete (come i socialisti) faranno probabilmente battaglia contro il testo della Commissione.

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